martedì 9 ottobre 2012
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Ci vuole passione nell’annuncio della fede: il cristianesimo non può essere “tiepido”. La tiepidezza lo discredita. Quanta forza nelle parole del Papa di oggi al Sinodo. La “confessione” della fede, che è parola più forte della semplice “professione”, ha in sé l’elemento del martirio, della testimonianza anche nelle situazioni più difficili, della disponibilità a dare la vita. Mi viene in mente Madeleine Delbrel e la sua “passione delle pazienze”, quelle “briciole di passione” che sono le piccole e grandi contrarietà della vita di tutti i giorni, le delusioni, le attese non corrisposte. Il “martirio” che è più familiare a noi laici, impegnati sul fronte della quotidianità, nel mondo e anche nella parrocchia, nella Chiesa. È proprio nei luoghi - a volte usurati - di tutti i giorni che “la fede deve divenire in noi fiamma dell’amore”, come dice Ratzinger, perché “tanta gente si domanda: Dio è un’ipotesi o no? E’ una realtà o no? Perché non si fa sentire?” nascosto “dietro il silenzio dell’universo, dietro le nuvole della storia”. E la risposta a queste domande siamo anche noi.(il diario di Franco Miano è presente anche su http://www2.azionecattolica.it/)
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