venerdì 26 luglio 2019
Aveva 82 anni. Perseguitato del regime, è poi stato attivo promotore del dialogo tra Chiesa e governo. Parlava con Papi e presidenti ma aveva sempre "l'odore delle pecore"
Il cardinale cubano Jaime Lucas Ortega y Alamino (1937-2019)

Il cardinale cubano Jaime Lucas Ortega y Alamino (1937-2019)

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È morto questa mattina, a Cuba, il cardinale Jaime Lucas Ortega y Alamino. Aveva 82 anni. Per 35 anni aveva guidato l'arcidiocesi dell'Avana. Da tempo era ammalato di cancro. A rendere noto il decesso, avvenuto alle 6.16, è stato il segretario personale del cardinale, Nelson Crespo. Figura storica della Chiesa cubana, Ortega aveva subito la persecuzione del regime comunista prima che le aperture del governo dell'Avana lo portassero a diventare uno dei protagonisti del dialogo tra la Chiesa e Castro, contribuendo anche al disgelo tra Cuba e Stati Uniti.

«Il cardinale Ortega è morto e, mentre cominciamo a sentire la sua assenza, insieme alla nostra riconoscenza affiorano i ricordi delle sue qualità personali e del suo infaticabile zelo pastorale» recita una nota firmata dall'arcivescovo dell'Avana, Juan de la Caridad Garcia Rodriguez.

Nato nel 1936 a Cuba, Ortega studiò nel seminario di San Alberto Magno a Matanzas e nel seminario dei Padri delle Missioni Estere a Québec (Canada). Fu ordinato sacerdote il 2 agosto 1964. Alla metà degli anni 60 fu parroco a Jagüey Grande, nella provincia di Matanzas, dov'era nato. Tra il 1966 e il 1967 fu internato per otto mesi in un campo di lavoro.

Nominato vescovo di Pinar del Río da Giovanni Paolo II nel 1978, tre anni dopo divenne arcivescovo di San Cristóbal de La Habana. E nel 1994 cardinale. Dal 1988 al 1998, e poi dal 2001 al 2007, fu presidente della Conferenza episcopale cubana.

In oltre mezzo secolo di servizio alla Chiesa cubana, Ortega ha promosso l'impegno dei laici, soprattutto giovani, creato nuove parrocchie, voluto la ricostruzione di oltre 40 chiese, avviato la Caritas, lavorato per le vocazioni e sostenuto uno dei primi giornali cattolici cubani, il bollettino mensile dell'arcidiocesi dell'Avana Aquí la Iglesia.

«Ho la fortuna di essere l'unico arcivescovo metropolita che ha ricevuto nella stessa sede tre Papi» amava dire ai giornalisti citando le visite a Cuba di Giovanni Paolo II, nel 1998, Benedetto XVI, nel 2012, e Francesco nel 2015.

Nell'aprile del 2016 papa Francesco aveva accettato la rinuncia di Ortega al governo pastorale dell'arcidiocesi di San Cristóbal de La Habana, per limiti di età. Cinque anni prima, quando l'arcivescovo aveva 75 anni, Francesco non aveva accolto la rinuncia.

Molti lo ricordano, e lo piangono oggi a Cuba, come un pastore vero, un sacerdote "con l'odore delle pecore", come direbbe papa Francesco, che sapeva accostarsi tanto alle persone umili quanto ai Papi e ai presidenti.

Innamorato della sua gente e della sua terra, ripeteva che «il Signore ha un amore speciale per Cuba». Convinto sostenitore delle ragioni del dialogo tra Cuba e Santa Sede, e fra governo ed episcopato locale, osservava che quel dialogo è una trattativa tra interessi e punti di vista diversi ma entrambi cubani.

L'INTERVISTA Il cardinale Ortega: la fede rompe i tabù di Lucia Capuzzi (19/3/2012)

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