sabato 2 febbraio 2019
L'arcivescovo Delpini ha promulgato le «Costituzioni» del Sinodo minore: ora inizia il cammino di ricezione. E la diocesi rinnova la sua «cattolicità» in uno scenario segnato dalle migrazioni
Duomo di Milano, 1 febbraio 2019: alla Messa per la Giornata della vita consacrata (Fotogramma)

Duomo di Milano, 1 febbraio 2019: alla Messa per la Giornata della vita consacrata (Fotogramma)

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Una Chiesa che «continua a dimorare nello stupore» e che, nello scenario delle migrazioni internazionali, vive come «festa da celebrare» la «convocazione di tutti i popoli sul monte del Signore». Una Chiesa che, «dai tempi di Ambrogio ai nostri giorni», nella docilità allo Spirito, sa trovarsi «a proprio agio nella storia». Una Chiesa che, continuando «lo stile di Gesù», protesta contro il male, reagisce all’ingiustizia, si accosta «con solidale compassione al dolore innocente», lotta per «estirpare la povertà, la fame, le malattie», denunciando «i comportamenti irresponsabili che creano emarginazione, sfruttamento, inquinamento», e si offre come «popolo della pace». Una Chiesa che, «nel tempo del pellegrinaggio terreno», già si pone come «casa della fraternità universale e celebra la dignità di tutti i figli di Dio». Ebbene: la ricezione del Sinodo minore della diocesi di Milano Chiesa dalle genti, ora, si apre come «processo che in nome della vocazione universale alla partecipazione alla vita di Dio propone la Chiesa come un segno che offra a tutti i popoli e a tutto il mondo la speranza e come un’anticipazione del compimento». Ecco i «tratti irrinunciabili» secondo i quali, «oggi e domani», la Chiesa di Milano «vive e risplende», come li identifica l’arcivescovo Mario Delpini nella lettera Ti mostrerò la promessa sposa, sposa dell’Agnello.
La lettera, richiamando la prospettiva teologica e contemplativa del cammino fatto dall’indizione del Sinodo (27 novembre 2017) ad oggi, accompagna le costituzioni sinodali Chiesa dalle genti, responsabilità e prospettive. Orientamenti e norme, promulgate venerdì 1 febbraio con decreto dell’arcivescovo letto al termine della Messa vigiliare della Festa della Presentazione del Signore, presieduta in Duomo dallo stesso Delpini per la Giornata della vita consacrata. Le nuove costituzioni saranno pubblicate sul fascicolo della Rivista diocesana milanese del febbraio 2019 e entreranno in vigore il 1° aprile successivo «sostituendo quanto attualmente stabilito dal capitolo XIV del Sinodo diocesano 47°, Pastorale degli Esteri», celebrato durante l’episcopato del cardinale Carlo Maria Martini. Con la promulgazione delle costituzioni sinodali, oltre alla lettera Ti mostrerò la promessa sposa, è stato approvato il testo Le ragioni di un Sinodo, che riprende il documento finale approvato dall’assemblea sinodale il 3 novembre 2018 (tutti questi testi sono integralmente accessibili in www.chiesadimilano.it) «Chiediamo alle comunità cristiane della Chiesa ambrosiana di profittare di questo tempo per conoscere e approfondire i documenti approvati e affidiamo alla Consulta diocesana per la Chiesa dalle genti, di prossima costituzione, il compito di favorire la recezione del Sinodo minore presso l’intera Chiesa ambrosiana, suggerendo i passi più opportuni da compiere per dare attuazione ai nuovi indirizzi pastorali», scrive Delpini nel decreto di promulgazione.

«Così restiamo fedeli all'identità ambrosiana»

È un cammino di educazione e di riforma che investe molteplici ambiti pastorali, quello che ora attende la diocesi, sfidata a rinnovare la sua identità, cattolica e ambrosiana, missionaria e profetica, in uno scenario segnato profondamente dal fenomeno delle migrazioni. Riconoscendosi «Chiesa dalle genti – si legge nel documento Le ragioni di un Sinodo –, Chiesa maggiormente consapevole della propria cattolicità grazie al processo sinodale attivato», Milano ora può «tradurre questa consapevolezza in scelte pastorali condivise e capillari sul territorio diocesano. E con la propria vita quotidiana trasmettere serenità e capacità di futuro anche al resto del corpo sociale. Grazie al Sinodo infatti la diocesi ha maturato strumenti per leggere e abitare con maggiore spessore e profondità l’attuale momento di forte trasformazione sociale e culturale. Milano, Chiesa dalle genti: una Chiesa in Sinodo che ha inteso vivere questo cammino proprio per restare fedele alla sua identità ambrosiana. Come ai tempi di sant’Ambrogio, in continuità con il suo spirito. Proprio questo ci hanno chiesto nelle loro visite a Milano sia papa Benedetto, nel 2012, sia papa Francesco, nel 2017».

Da «discepoli di Gesù» dentro e oltre la cronaca

«Mentre le letture politiche, sociologiche, storiche, cronachistiche possono leggere il convergere di molti popoli come un problema da affrontare, come una minaccia da cui difendersi, come un fenomeno da regolamentare, i discepoli di Gesù che formano la Chiesa cattolica continuano a dimorare nello stupore, ad essere fuori di sé per la meraviglia, ad ascoltare la parola degli Apostoli che danno testimonianza della Pasqua del Signore con un annuncio che risponde alle attese di tutti». Così scrive l’arcivescovo Delpini nella lettera Ti mostrerò la promessa sposa, sposa dell’Agnello che accompagna le costituzioni sinodali Chiesa dalle genti, responsabilità e prospettive. Orientamenti e norme promulgate venerdì 1° febbraio in Duomo dallo stesso presule. Si entra così nella fase di recezione del Sinodo minore Chiesa dalle genti intrapreso dalla diocesi per continuare ad «abitare da cristiani» una società nella quale i flussi migratori «sono a un tempo causa ed evidenza paradigmatica dei processi di trasformazione che hanno sempre più palesemente globalizzato e internazionalizzato le terre ambrosiane», come si legge nel documento Le ragioni di un Sinodo.

No ai migranti «capro espiatorio», sì a nuove sintesi

Il cammino sinodale è stata un'esperienza ecclesiale di ascolto dello Spirito che ha voluto e saputo aprirsi anche all'ascolto delle voci della società, della cultura, della scuola, delle istituzioni. Ora ha molto da dire, condividere, restituire, offrire: non solo alla comunità ecclesiale ma anche alla società civile e alla politica. Come, ad esempio, l’apertura ad uno sguardo più profondo e realistico sulle migrazioni. «Volutamente costruito come percorso ecclesiale, e di conseguenza tenuto al riparo da incroci con l’attualità sociale e politica che sul tema delle migrazioni si trova sovraesposta, il Sinodo ha inteso comunque sin dall’inizio avere valore culturale. Ovvero – spiega il documento Le ragioni di un Sinododentro un’arena pubblica che ha fatto del tema dei migranti il capro espiatorio e la cortina fumogena in grado di mascherare le debolezze e la non sostenibilità dei nostri attuali stili di vita, esibire la possibilità di un’alternativa: si può vivere il cambiamento innescato dall’accelerazione delle migrazioni come l’occasione per declinare in termini nuovi la nostra identità tradizionale. Non più l’assioma “noi con la nostra identità” contro “una immigrazione che ci contamina e cancella il nostro futuro”, quanto piuttosto “con noi” “ogni persona che abita questa terra” – da maggiore o minore tempo – per osare sintesi nuove, accettando di lasciarsi coinvolgere dentro il mutamento in atto. Di fronte al cambiamento non chiediamo soltanto agli altri di cambiare, ma accettiamo di metterci in gioco in prima persona. In questo modo diamo la possibilità alla nostra fede cristiana, alla nostra identità ambrosiana, di sprigionare le sue energie migliori nella costruzione di sintesi nuove».

Con gli enti locali? Buon vicinato (e critica, se necessario)

Il Sinodo chiama la comunità cristiana a un impegno caritativo e solidale – al quale vanno associati anche gli immigrati – capace di farsi educazione e cultura, e ad un «nuovo forte investimento della politica», anche riavviando scuole e percorsi di formazione. Le costitizioni sinodali parlano di «sfida politica». E chiedono di formare «una coscienza politica orientata al bene comune e al riconoscimento dell’appartenenza di tutti all’unica famiglia umana». La Chiesa dalle genti «non può non ascoltare la voce dei tanti che domandano accoglienza, riconoscimento, solidarietà, giustizia, partecipazione, per poter costruire assieme un futuro di felicità e pace». Zone pastorali e decanati in particolare sono invitati a coltivare un «proficuo dialogo» con gli enti locali, secondo «la logica del buon vicinato», facendo rete con quanti sono «chiamati per primi a gestire la sfida dell’accoglienza e della solidarietà». «Un dialogo – si sottolinea nelle costituzioni sinodali – che non dimentica il discernimento e lo spirito profetico; potrà quindi diventare critico qualora si renda necessario dar voce al bisogno di giustizia sociale espresso dai poveri o l’azione delle Amministrazioni locali si rivelasse contraria ai principi di accoglienza e solidarietà su cui si fonda la Chiesa dalle genti».

L'omaggio di Delpini a Martini, Schuster e Ferrari

L’arcivescovo Delpini ha promulgato la costituzioni sinodali con decreto letto, venerdì sera 1 febbraio in Duomo, al termine della Messa per la Giornata della vita consacrata. Un atto completato da un gesto emblematico: l’omaggio orante reso a tre suoi predecessori sepolti in Cattedrale. Il presule si è recato alla tomba del cardinale Carlo Maria Martini, «che ha celebrato il Sinodo diocesano 47° del quale il nostro Sinodo ha voluto essere continuazione e aggiornamento», ha spiegato Delpini. Altra sosta: alla sepoltura del beato cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, «l’altro vescovo, con Martini, che la vita religiosa ha donato come pastore alla nostra diocesi». Quindi la sosta alla tomba del beato cardinale Andrea Carlo Ferrari, del quale, il 1° febbraio, Milano celebra la memoria liturgica.

Una «Consulta diocesana» fra le nuove iniziative

L’istituzione della Consulta diocesana per la Chiesa dalle genti, l’ampliamento della missione dell’Ufficio per la pastorale dei migranti, l’identificazione del «ruolo strategico» dei decanati quali «espressione del volto multiforme della Chiesa ambrosiana»: sono alcune delle traiettorie nuove tracciate dalle costituzioni sinodali promulgate dall’arcivescovo Delpini. Si tratta di «Orientamenti e norme» per una «Chiesa dalle genti» che abbracciano ambiti molteplici, dalla liturgia alla carità, dal dialogo ecumenico e interreligioso alla cultura fino alla «sfida politica». Per accedere ai testi integrali del Sinodo: www.chiesadimilano.it.

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