lunedì 5 novembre 2018
Strumentalizzazioni costruite ad arte e omissis: un libro di Andrea Tornielli e Gianni Valente ricostruisce la vicenda
Il Papa in aereo risponde ai giornalisti. Lo fece pure il 26 agosto sul dossier Viganò (Ansa)

Il Papa in aereo risponde ai giornalisti. Lo fece pure il 26 agosto sul dossier Viganò (Ansa)

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Sarà in libreria da oggi «Il giorno del giudizio» libro scritto da Andrea Tornielli e Gianni Valente per le Edizioni Piemme (pagine 288, euro 17,90), che ripercorre la vicenda del dossier Viganò, l’ex nunzio negli Usa che ha accusato papa Francesco di aver coperto l’ex cardinale statunitense McCarrick colpevole di abusi. Una sorta di «tentato golpe» contro Francesco lanciato la mattina del 26 agosto scorso mentre il Papa era a Dublino per l’Incontro mondiale delle famiglie. È l’invettiva dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, che coinvolge gli entourage di ben tre Papi: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco. Il libro di Tornielli e Valente rilegge quel dossier e ripercorre le tappe della vicenda offrendo retroscena e illuminando trame oscure che si muovono dietro a quel dossier.

Nel magma di clericalismi, lobby di potere e ansie scismatiche, non si può leggere quel che accade oggi nella Chiesa con lo schema amici-nemici di Francesco. Occorre andare in profondità. Non solo smascherare quali mezze verità, quali omissis mostrano la strumentalità di tante operazioni mediatiche costruite ad arte nel tentativo di attaccare il Papa. Dopo la detonazione del dossier Viganò, con il quale l’ex nunzio chiedeva le dimissioni di papa Francesco accusandolo di aver coperto il cardinale statunitense McCarrick, diversi vescovi hanno espresso pubblici attestati di solidarietà all’ex nunzio e hanno sostenuto l’urgenza di prendere spunto dal suo dossier come volano per purificare la Chiesa dai suoi mali. Per la prima volta nella storia, decine di vescovi hanno pubblicamente valorizzato un documento scritto da un arcivescovo per chiedere le dimissioni del Papa. E a tanti, fuori e dentro le comunità ecclesiali, è venuto da chiedersi: ma i vescovi cattolici sanno ancora cos’è la Chiesa cattolica? E da questa confusione, come se ne esce?

Per gli autori de Il giorno del giudizio, Andrea Tornielli e Gianni Valente, il caso Viganò-McCarrick è il sintomo rivelatore di una condizione patologica per la quale in nome dell’ortodossia si attacca il successore di Pietro; un’anomalia che mostra lo snaturamento degli apparati ecclesiali in apparati di lobbismo i quali, considerando la Chiesa proprietà privata, hanno bisogno di accreditamento da una certa ideologia, e anche la piaga degli abusi sessuali viene strumentalmente usata come grimaldello per mettere in stato di soggezione psicologica tutto l’episcopato del mondo.

Il testo di Tornielli e Valente contiene una ricostruzione serrata e dettagliata del caso McCarrick e in particolare del processo che ha portato alla sua nomina - nel 2000 - alla guida dell’arcidiocesi di Washington. Grazie a testimonianze inedite, gli autori rivelano la parzialità strumentale della ricostruzione di Carlo Maria Viganò che cerca di addossare responsabilità soltanto sul Segretario di Stato di allora, Angelo Sodano. La realtà è più complessa. Lo stesso papa Wojtyla aveva conosciuto McCarrick, aveva fatto visita alla diocesi di Newark nel 1995 e aveva incontrato il presidente statunitense Bill Clinton nel salotto della residenza di McCarrick.
Nel libro viene rivelato che già al momento della visita papale a Newark, e dunque quasi cinque anni prima della nomina di McCarrick a Washington, furono sollevate obiezioni sull’opportunità che il Pontefice si recasse in quella città a motivo delle "voci" negative che circolavano sul conto dell’arcivescovo, sulla sua omosessualità e sulla sua abitudine di invitare seminaristi e giovani preti nella sua casa al mare. Viene inoltre resa nota, per la prima volta in modo dettagliato, l’opposizione a McCarrick dell’allora cardinale arcivescovo di New York, John Joseph O’Connor, il più wojtyliano dei vescovi americani. Già nella prima metà del 1999, la Santa Sede inizia delle consultazioni mirate sulla figura di McCarrick, un sondaggio ad hoc, mirato, che poteva venire soltanto su sollecitazione più alta.

È in questo contesto che si inserisce la consultazione dell’arcivescovo di New York O’Connor da parte del nunzio apostolico Gabriel Montalvo. Il cardinale diede un parere negativo. «In effetti il cardinale, già molto malato» rivela la fonte che fu testimone di quel processo di nomina «scrisse una lettera accorata, nella quale si faceva riferimento al problema delle molestie di natura omosessuale. Dichiarò che McCarrick era carismatico, bravissimo a raccogliere fondi. O’Connor ricordò che lui stesso l’aveva raccomandato in passato ma che ora, in coscienza, riteneva che non dovesse essere scelto. La lettera lasciava intendere che se il Papa avesse fatto quella nomina, il clero americano si sarebbe diviso e la reputazione della gerarchia sarebbe stata distrutta gettando fango sulla Chiesa. Parole che oggi risuonano come una premonizione». La lettera di O’Connor arrivò in Vaticano e dopo quel primo sondaggio la Santa Sede fece una seconda tornata di consultazioni, sempre tra i vescovi. Una sorta di supplemento di indagine. McCarrick venne a Roma e secondo alcune fonti mise per iscritto una confutazione delle accuse che lo riguardavano sapendo essere particolarmente convincente e ottenendo l’effetto sperato: nel novembre 2000 l’arcivescovo di Newark venne promosso a Washington e tre mesi dopo creato cardinale.

Dalla lettura dei capitoli densi di dati, circostanze e testimonianze, emerge in modo chiaro e inequivocabile l’assoluta strumentalità dell’operazione Viganò: vengono descritti gli ambienti che l’hanno sostenuta e che oggi tendono a ridurre la Chiesa a una corporation, con vescovi assimilati ai manager. Una neo-Chiesa che confida non nella grazia di Gesù Cristo ma nelle best practices aziendaliste. Viganò e il circolo politico-mediatico che lo sostiene si sono spinti a chiedere le dimissioni di Francesco, cioè dell’unico Pontefice che ha duramente sanzionato McCarrick, non soltanto imponendogli una vita ritirata di preghiera e penitenza, ma anche togliendogli la porpora, dopo la segnalazione di un’accusa per abuso su un minore rivolta contro il cardinale. Allo stesso tempo, gli autori del libro evidenziano anche l’assurdità di voler trascinare oggi sul banco degli accusati i Papi del passato a partire da Giovanni Paolo II: McCarrick, nel 2000 seppe infatti difendersi con grande abilità dai dubbi sollevati su di lui. Se dalla vicenda emerge in modo chiaro che vennero commessi degli errori di valutazione, emerge al contempo anche il filo rosso che unisce l’atteggiamento di Benedetto XVI e di Francesco: di fronte agli scandali degli abusi non si sono presentati come angeli purificatori, ma hanno indicato la via della preghiera, della penitenza a tutta la Chiesa, perché essa, per sua natura, non si autoredime dai mali, non si salva da sola. La Chiesa può salvarsi proprio perché la sua salvezza non è ultimamente nelle mani di uomini di Chiesa.

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