domenica 27 aprile 2014
​Chiese aperte per la veglia di preghiera, ma il nocciolo duro dei fedeli non ha lasciato piazza San PIetro.
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La notte attorno a San Pietro è piena di ponchos, ombrelli e sacchiapelo. Ma non ha dormito nessuno. La notte bianca della preghiera ha visto le chiese del centro di Roma, da Piazza Navona a Campo de’ fiori a San Pietro, illuminate tutta la notte e piene di gente. Ma il nocciolo duro dei fedeli non ha lasciato i presidi attorno al Vaticano, in attesa di invadere la piazza non appena sarà possibile. Hanno cantato, pregato, parlato - dice padre Giorgio - che ha guidato da Bialystok un gruppo di una cinquantina di giovani. La pioggia di ieri sera non ha scoraggiato proprio nessuno. In ogni caso non sarebbe un problema", scherza. Da ieri sera nelle aree di sosta i pullman hanno continuato a scaricare a getto continuo pellegrini, e lo stesso la linea “64”, attiva tutta la notte da Termini a San Pietro. Una folla di piccoli gruppi in marcia, e che diventa un fiume ininterrotto e imponente a mano a mano che si avvicina a San Pietro. Chi ancora ieri, tra scetticismo e ironia, si domandava: “Ma davvero poi ci sarà tutta la gente che si diceva?”, dovrebbe essere qui questa notte. La maggior parte dei pellegrini polacchi è arrivata nelle ultimissime ore, e la maggioranza ripartirà appena finita la cerimonia. Quasi una corsa, ridotta al minimo "perché già il viaggio, e stare qui un giorno, per la maggior parte di noi è un grosso sacrificio – dice una suora, anche lei polacca, arrivata con un gruppo del quale fanno parte molti non vedenti – ma non potevamo mancare. Oggi è troppo importante".Così, lungo tutta questa poco ospitale notte romana, i gruppi si sono andati accumulando quasi l’uno sull’altro a ridosso dei varchi, fino a formare già alle quattro del mattino un muro impenetrabile. Attorno a Castel Sant’Angelo è un tappeto umano, dove tra la gente che dorme e quelli che no i canti si fondono, le preghiere si fondono, i discorsi si fondono. Le lingue si confondono; moltissimi parlano spagnolo, ma c’è tutto, francese, inglese, portoghese, tedesco. E sentire un rosario recitato in cinque, sei lingue diverse contemporaneamente, davvero fa una certa impressione.
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