domenica 27 aprile 2014
​PIazza San PIetro affollata sin dall'alba, Una umanità allegra e colorata felice per la canonizzazione di due Papi: un milione di presenze. E Benedetto concelebra con Papa Francesco. (Mimmo Muolo)
La lunga notte bianca di Piazza San Pietro (Salvatore Mazza)
Quell'eredità viva di Juliàn Carròn
Le delegazioni di tutto il mondo | Le curiosità. Salgono ad 80 i Papi santi della storia | In campo 26mila volontari e 10mila agenti
DOCUMENTI Il libretto della celebrazione | La "notificazione" | La mappa dei servizi nell'area di San Pietro
IL NOSTRO SPECIALE  Video, "cartoline" da condividere sui social, approfondimenti, tweet e foto in 3D
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Come una Gmg, più di una Gmg. Come i giorni dell’ultimo omaggio a Giovanni Paolo II. Come e più di tutte le grandi manifestazioni religiose che Roma ha conosciuto. Non ci sono forse termini di paragone per quello che sta succedendo fin dalle prime luci dell’alba in piazza San Pietro e dintorni. Dove per dintorni si intende praticamente tutto il centro della capitale d’Italia, in queste ore davvero caput mundi. Un centro trasformato durante la notte in un enorme ostello a cielo aperto e già adesso in una grandiosa chiesa senza tetto, dove tra poche ore sarà celebrata una delle più grandi Messe di tutti i tempi. Scene come quelle viste a Manila nel 1995, quando furono 4 milioni le persone che si strinsero intorno a Giovanni Paolo II bloccando letteralmente una intera megalopoli. Entusiasmo, bandiere e striscioni come a Tor Vergata nel 2000. E lo stesso  "chiasso" di allora. Una parola che non usiamo a caso, dato che il copyright è proprio di Papa Wojtyla oggi finalmente santo, insieme con Giovanni XXIII. Roma sta vivendo un’altra giornata di "chiasso che non dimenticherà". Laddove  "chiasso" non è certo sinonimo di disordine, ma anzi di gioia, di preghiera, di fraternità, di voglia di vivere e di testimoniare al mondo la fede in Cristo senza frontiere, vissuta al massimo grado dai due Pontefici, che Papa Francesco eleva stamattina all’onore definitivo degli altari. Ma questo 27 aprile è cominciato in realtà fin da ieri sera. Senza soluzione di continuità, senza possibilità di cesure temporali e geografiche, come il fiume in piena di pellegrini che riempie ogni centimetro di via della Conciliazione, piazza Pio XII, piazza San Pietro e tutte le vie intorno in attesa che si aprano i varchi. Un fiume che sembra sempre sul punto di rompere il fragile, ma ordinato argine costituito dai volontari. Eppure tutto avviene secondo i piani. La gente avanza a blocchi, scortata dai giovani in pettorina gialla, che si danno voci per coordinare i movimenti, come gli antichi marinai ai remi di una nave romana. E la piazza ben presto si riempie. Già alle 6 del mattino non c’è più spazio, non ci sono mattonelle e sanpietrini. Visto dall’alto delle postazioni eurovisione che sono accanto alla sala stampa vaticana, tutto è come un enorme tappeto umano multicolore. Bandiere polacche e italiane e di ogni altra parte del mondo. Perché davvero oggi tutto il mondo è qui. La Giornata dei quattro Papi, due che stanno per essere canonizzati, Papa Francesco che celebrerà la Messa e l’emerito Benedetto XVI che concelebrerà è iniziata.

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