giovedì 21 novembre 2019
Il provvedimento della magistratura di Salta. Già vescovo di Orán, attualmente domiciliato in Vaticano, è accusato del reato di abusi sessuali continuati ai danni di due seminaristi
Gustavo Zanchetta

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La magistratura di Salta, in Argentina, ha spiccato un mandato di cattura internazionale nei confronti del vescovo argentino Gustavo Zanchetta, già vescovo di Orán, attualmente domiciliato in Vaticano, accusato del reato di abusi sessuali continuati ai danni di due seminaristi, aggravati dal fatto di essere stati commessi da un ministro di culto. È stata la pm María Soledad Filtrín a decidere di emettere il mandato nei confronti del presule, dopo che lo stesso non aveva risposto a ripetute telefonate ed email inviategli al fine di procedere alla notifica degli atti processuali.

Zanchetta, nato a Rosario il 28 febbraio 1964, ordinato sacerdote nel 1991 per la diocesi di Quilmes, nel 2013 era stato nominato vescovo di Orán. Un’esperienza che si era interrotta bruscamente, ufficialmente per motivi di salute, nel 2017, quando il presule aveva solo 53 anni. Nello stesso anno era stato chiamato da papa Francesco in Vaticano a ricoprire il ruolo di assessore dell’Apsa, l'organismo centrale nell'amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica.

Lo scorso gennaio, dopo che alcuni giornali argentini avevano riportato la notizia di seminaristi che accusavano il presule di abusi sessuali, citando anche le testimonianze di sacerdoti riguardo abusi di potere e malagestione finanziaria del Seminario, la Sala Stampa vaticana aveva confermato l’esistenza delle accuse e la sospensione di Zanchetta dal suo incarico all’Apsa.

A maggio, in una lunga intervista concessa dal Papa alla giornalista messicana Valentina Alazraki, Francesco aveva detto di aver voluto che si aprisse un’indagine e poi un procedimento su Zanchetta presso la Congregazione per la dottrina della fede, tuttora in corso.

Lo scorso giugno Zanchetta era stato formalmente incriminato dalla magistratura argentina, con ritiro del passaporto, obbligo di reperibilità e domicilio, nonché di sottoporsi a una perizia psichiatrica. Ad agosto il vescovo era tornato in Argentina e il giudice gli aveva concesso il permesso di recarsi in Vaticano per motivi di lavoro. Ora l’ordine di arresto.

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