venerdì 1 novembre 2019
Nel 1969, sui passi del Concilio, l’inizio di un’esperienza che oggi coinvolge 150mila ragazzi dai 4 ai 14 anni. A Roma l’iniziativa “Light up” con gruppi da tutta Italia
I ragazzi dell'Acr lungo le vie di Roma

I ragazzi dell'Acr lungo le vie di Roma

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Avere cinquant’anni e sentirsi sempre giovani, anzi di più. Festeggia il suo primo mezzo secolo di vita e di impegno l’Azione cattolica ragazzi che in tanti, tantissimi continuano a chiamare con affetto semplicemente Acr. Era il 1969 quando l’associazione decideva di rivolgere un’attenzione speciale a chi ha dai 4 ai 14 anni. Una “svolta” maturata nel solco del Vaticano II e legata all’Apostolicam actuositatem, il decreto sull’apostolato dei laici firmato da Paolo VI e datato 1965. «Nell’Azione cattolica – racconta l’attuale responsabile nazionale Acr, Luca Marcelli – emerge l’urgenza di farsi interpreti di un importante passaggio del documento conciliare. È quello in cui si esige dai giovani “una corrispondente attività apostolica”. In pratica, la nostra esperienza comincia dall’intuizione che i ragazzi possano essere testimoni di Cristo fra i compagni. Così si supera la concezione limitante secondo cui il ragazzo sia come un contenitore da riempire e lo si eleva a discepolo missionario, capace di vivere una fede ad “altezza di bambino” e di raccontarla ai coetanei».

Oggi sono 150mila i piccoli e i preadolescenti che da Nord a Sud dell’Italia sono coinvolti in un’avventura che punta a formare “buoni cristiani e onesti cittadini”, si direbbe prendendo a prestito le parole di Don Bosco. Il giubileo dell’Acr viene festeggiato in questi giorni in tutta la Penisola con feste e iniziative che animano piazze, parrocchie e diocesi o con eventi regionale. L’appuntamento nazionale è a Roma dove dal 31 ottobre al 2 novembre si svolge “Light up. Ragazzi in sinodo” che raduna nella Capitale una folta rappresentanza del “baby popolo” dell’Azione cattolica e che vuole «illuminare di bellezza» la metropoli. «Il titolo esprime un nostro proposito – afferma Marcelli –: desideriamo che i ragazzi si impegnino in prima persona perché l’Acr possa continuare ad accendere una luce nella loro vita e in quella delle nostre città. Una luce che viene dall’incontro con il Signore».

E proprio la polis è al centro del cammino di questo cinquantesimo anno. “È la città giusta” lo slogan del percorso 2019-2020. «In occasione del 150° dell’associazione – sottolinea il responsabile nazionale – papa Francesco ha chiesto all’Azione cattolica nel 2017 di guardare alla “grande politica”. Ecco, anche i ragazzi possono prendersi cura della città dell’uomo. E l’Acr è in grado di essere una palestra per la costruzione del bene comune. Se i nostri paesi, piccoli o grandi, sono toccati da ferite e da lacerazioni sociali, i ragazzi sono come sarti: sanno cucire e unire tutto al di là delle differenze».

In mezzo secolo è cambiato il volto dell’infanzia. «Ma le tre scelte profetiche che orientano il nostro agire restano ancora valide e, direi, di straordinaria attualità – chiarisce Marcelli –. La prima è quella di scommettere sulla dimensione comunitaria dell’educazione. Sono gli adulti e i giovani che si dedicano ai più piccoli. È un’intera associazione che vive la propria responsabilità educativa». La seconda scelta prevede che i ragazzi «siano davvero protagonisti», dice il responsabile nazionale. «Non quindi destinatari di una proposta ma in prima linea. Di fatto cambia totalmente la percezione che abbiamo di loro anche nel rapporto con la fede: l’infanzia non è più un tempo dell’attesa in vista della piena coscienza che si ha di Dio, ma un cammino in cui la santità è a misura di ragazzo». Terzo elemento è la sfida di essere discepoli fin da piccoli. «L’Acr continua a formare a tutte le dimensioni della vita cristiana: dalla preghiera alla carità, passando per la liturgia. E ciò consente di prendersi a cuore i destini della comunità sia cristiana sia civile».

L’Acr, come tutta l’Azione cattolica, ha il suo perno nella parrocchia. «Papa Francesco ripete che la parrocchia non è una struttura a termine. Credo che essa non debba ridursi a un’agenzia educativa fra le tante ma essere luogo significativo di vita. Se la comunità parrocchiale sa intercettare l’esistenza di un ragazzo, allora sarà ancora “fontana del villaggio”. Non si tratta di copiare modelli esterni ma di favorire l’incontro fra i piccoli e la Chiesa». Un ruolo essenziale è svolto dalla famiglia che va coinvolta in un’alleanza educativa. «È indispensabile far sì che le famiglie trovino nella parrocchia una bussola per i loro bisogni, un riferimento dove è possibile confrontarsi sulla vita dei figli e superare la solitudine».



A Roma la festa nazionale per i 50 anni dell'Acr

È cominciata l’iniziativa nazionale “Light up. Ragazzi in sinodo”, l’appuntamento che vuole celebrare a Roma i 50 anni dell’Acr con bambini e preadolescenti giunti da tutta Italia in rappresentanza dei 150mila iscritti all’Acr. Il 31 ottobre l’apertura nella Fraterna Domus a Sacrofano con la preghiera di accoglienza e le prime iniziative. Oggi, 1 novembre, alle 9 nella Basilica di San Pietro, presso l’Altare della Cattedra, la Messa presieduta dal vescovo di Foligno, Gualtiero Sigismondi, assistente generale dell’Azione cattolica italiana. A mezzogiorno i ragazzi dell’Acr si sposteranno in piazza San Pietro per la preghiera dell’Angelus con papa Francesco. Nel pomeriggio alle 16 la festa per i 50 anni nell’auditorium della Conciliazione. Al termine il rientro a Sacrofano per la cena e la festa serale con la Bim Bum Band di Padova. Domani mattina, 2 novembre, sono in programma le attività in gruppi. Quindi alle 11 le conclusioni in assemblea e la preghiera finale.


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