giovedì 27 gennaio 2022
L'arcivescovo ha commentato con parole nette il rapporto sugli abusi a danno di minori verificatisi nella Chiesa bavarese tra il 1945 e il 2019. E invoca una riforma strutturale
Il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, nella conferenza stampa di stamani

Il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, nella conferenza stampa di stamani - Ansa

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Un’autoaccusa durissima, una chiara assunzione di responsabilità, la richiesta di perdono alle vittime, ma anche ai tanti fedeli che oggi sono sconcertati. Il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga ha commentato senza titubanze e con parole nette il rapporto sugli abusi a danno di minori, verificatisi nella Chiesa bavarese tra il 1945 e il 2019. L’indagine curata dallo studio legale Westpfahl Spilker Wastl parla di 497 vittime, in maggioranza di sesso maschile, nel 60% dei casi di età compresa tra gli 8 e i 14 anni. I responsabili delle violenze sarebbero invece 235, tra cui 173 preti, 9 diaconi, 5 “referenti pastorali” e 48 persone impegnate in ambito scolastico.

«Chiedo ancora una volta perdono alle vittime degli abusi – ha detto Marx – ma anche ai fedeli, che ora dubitano della Chiesa, che non si fidano più dei responsabili e la cui fede ha subito danni». La mia colpa più grande – ha continuato il porporato – è stata quella di aver trascurato gli abusati. Avrei dovuto impegnarmi di più». La Chiesa – ha proseguito – era diventata un luogo di sciagura e paura, non di consolazione». Chi nega che vi sia bisogno di una riforma strutturale «non ha capito la portata della sfida».

Il rapporto chiama in causa lo stesso Marx per errori nella gestione di due vicende. «In almeno un caso – la sua risposta – mi rimprovero di non essere intervenuto attivamente. Avrei potuto agire di più e con maggiore impegno? Certamente sì».

Circa il futuro immediato, il cardinale - che il 21 maggio scorso aveva presentato le dimissioni al Papa ricevendone l’invito a continuare – ha detto di essere disposto a rimanere alla guida della diocesi, «anche in vista dei prossimi passi che bisogna compiere per un'elaborazione più affidabile, nel segno di una maggiore attenzione verso le vittime e per una riforma della Chiesa». D'altronde – ha aggiunto – «se emergesse l'impressione che io possa rappresentare più un impedimento che un aiuto, cercherò il dialogo nei luoghi competenti» per vedere se continuare. Si tratterà però di una decisione «che non posso più prendere da solo».

Come noto il rapporto sugli abusi tira in ballo anche Benedetto XVI accusato di comportamenti erronei in quattro casi relativi al periodo (1977-1982) in cui aveva guidato la Chiesa bavarese come arcivescovo. Sulla vicenda ieri era intervenuta la Santa Sede con un editoriale di Andrea Tornielli, in cui il direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione ricorda come il Papa emerito sia sempre stato perentorio e abbia preso misure durissime contro gli abusi.

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