mercoledì 11 maggio 2016
Riconosciuto il miracolo attribuito all’intercessione del fondatore dei “frati operai”. Verso la canonizzazione anche il martire della Rivoluzione Francese, fratel Salomone Leclerq. EDITORIALE Pavoni, il santo della misericordia (Umberto Folena)
Presto santo Pavoni apostolo dei dimenticati
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C’è chi «ha bruciato la vita» per il Signore, dice papa Francesco nell’omelia della Messa di ieri mattina a Casa Santa Marta. E la mente corre ai decreti della Congregazione delle cause dei santi dei quali Bergoglio ha autorizzato la promulgazione il giorno precedente. Sono quelli che riconoscono i miracoli attribuiti all’intercessione di due beati: Lodovico Pavoni, il fondatore dei “frati operai”, e Salomone Leclercq, il martire lasalliano della Rivoluzione francese. Entrambi saranno, quindi, presto santi mentre con il terzo decreto che ha ricevuto il “via libera” pontificio – nell’udienza concessa al cardinale prefetto Angelo Amato – vengono riconosciute le virtù eroiche del frate minore francescano colombiano Rafael Manuel Almansa Riaño che diventa venerabile. Modelli della «gioia dell’annuncio del Vangelo» di cui Francesco parla a Santa Marta. Ed esempi di vite donate «nel servizio, nell’annuncio» e nell’«andare avanti», come i missionari «eroi dell’evangelizzazione dei nostri tempi», al centro della riflessione del Papa nell’Eucaristia di ieri mattina. Ad ispirare l’omelia è il brano degli Atti degli Apostoli che racconta il congedo di Paolo dalla comunità di Mileto. È l’ora di andare a Gerusalemme, è lì che lo Spirito lo conduce. «Credo – osser- va il Papa – che questo brano ci evochi la vita dei nostri missionari» di tutte le epoche. E aggiunge: «Andavano costretti dallo Spirito Santo: una vocazione. Hanno dato la vita giovani: hanno “bruciato” la vita». Francesco li immagina «lontani dalla loro patria, dalla loro famiglia, dai loro cari» e capaci di dire: «Valeva la pena quello che ho fatto». Secondo Bergoglio, «il missionario va senza sapere cosa lo aspetta». Inoltre «sa che non sarà facile la vita». E chiarisce: «L’Europa che ha riempito di missionari altri continenti. E questi se ne andavano senza tornare». Molti sono «anonimi»; altri «martiri», «gloria della nostra Chiesa». Il Papa guarda, poi, ai giovani e rivolge loro un appello a essere docili alla voce dello Spirito e «a bruciare la vita per la cause nobili». Perciò spiega: «Vorrei dire ai ragazzi e alle ragazze di oggi che non si sentono a proprio agio – non sono tanto felice con questa cultura del consumismo, del narcisismo… –: “Ma guardate l’orizzonte! Guardate là, guardate a questi nostri missionari!”. Pregare lo Spirito Santo che vi costringa ad andare lontano. È una parola un po’ dura, ma la vita vale la pena viverla». Fedele alla Parola è stato don Pavoni (1784-1849), il sacerdote bresciano che dedicò la vita all’educazione cristiana e professionale dei ragazzi abbandonati e fondò i Figli di Maria Immacolata. I religiosi, noti come Pavoniani, ne continuano l’opera nel mondo; e tra l’altro, sviluppando un’intuizione del prossimo santo sull’importanza della buona stampa, hanno dato vita e dirigono l’editrice Ancora. Apparteneva ai Fratelli delle Scuole cristiane il francese Salomone Leclercq (1745-1792) – al secolo Guillaume- Nicolas-Louis – che fu ucciso durante la persecuzione contro la Chiesa cattolica, seguita all’abbattimento della monarchia. Nato a Boulogneser- Mer, allo scoppio della Rivoluzione era segretario del superiore generale dell’Istituto, dopo essere stato insegnante, direttore ed economo. Avendo rifiutato di prestare fedeltà alla Costituzione, si trovò a vivere a Parigi in stato di clandestinità. Il 15 agosto 1792 fu arrestato e rinchiuso nel convento dei carmelitani della città, riorganizzato come prigione, con numerosi altri compagni. Il 2 settembre quasi tutti i prigionieri, tra i quali fratel Salomone, furono massacrati a colpi di spada. Venne beatificato il 17 ottobre 1926 da Pio XI con 191 vittime dei massacri del settembre 1792. È stato, invece, cappellano per trent’anni della parrocchia di San Diego a Bogotà il nuovo venerabile Rafael Manuel Almansa Riaño (1840-1927), conosciuto come padre Almansa. Era amato per la sua prossimità alla gente di tutte le classi sociali e, quando morì, sfilarono oltre 100mila persone di fronte alla sua salma.
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