lunedì 1 dicembre 2014
​«La Chiesa ha qualcosa da dire sull’umano, nel tempo della tecnica senza limiti, di un’economia che ha perso l’aggancio con la realtà, della natura che sfruttata si ribella». Così mons. Nosiglia, presidente del Comitato preparatorio, ha descritto l’attesa di Papa Francesco per l’apertura del Convegno ecclesiale. LA TRACCIA
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«La Chiesa ha qualcosa da dire sull’umano, nel tempo della tecnica senza limiti, di un’economia che ha perso l’aggancio con la realtà, della natura che sfruttata si ribella». Così monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e presidente del Comitato preparatorio, ha descritto ai giornalisti l’attesa di Papa Francesco per l’apertura dei lavori del quinto Convegno ecclesiale nazionale, in programma a Firenze dal 9 al 13 novembre 2015. «Abbiamo fatto la richiesta perché il Papa venga all’apertura e la proposta è stata presa in considerazione», ha aggiunto presentando a Roma la Traccia per il cammino di preparazione che porta lo stesso titolo della grande assemblea («In Gesù Cristo il nuovo umanesimo») che vedrà la partecipazione di 2.300 delegati in rappresentanza di tutte le componenti della comunità ecclesiale italiana. La Traccia «è un testo aperto, corale», che vuole stimolare il protagonismo «dal basso». Tre, ha annunciato Nosiglia, saranno i seminari in preparazione all’evento: a Milano, per coinvolgere il mondo dell’economia e del lavoro; a Napoli, indirizzato a cultura e comunicazione; e a Perugia, destinato all’ecumenismo e al dialogo interreligioso. Il Convegno ecclesiale vuole segnare una nuova tappa anche nel modo in cui la Chiesa italiana propone e fa conoscere quello che è il principale appuntamento del decennio. Per la prima volta la Cei sceglie infatti i social media per la scelta di un’immagine ufficiale. Sarà proclamato il 7 dicembre il logo vincitore del concorso per l’immagine che contrassegnerà il Convegno ecclesiale. Più di 200 – ha detto Chiara Giaccardi, docente di Sociologia e antropologia dei media all’Università Cattolica di Milano – i contributi arrivati alla segreteria del Convegno tramite la pagina Facebook dedicata al Convegno. L’età media dei partecipanti è 19 anni, molti i contributi giunti dalle classi scolastiche che hanno lavorato sull’umano insieme ai loro insegnanti. La giunta del Convegno ha selezionato i tre finalisti individuati tra le dieci proposte migliori. Il logo vincitore verrà proclamato direttamente sui siti www.firenze2015.it e www.chiesacattolica.it e sui canali social del Convegno. Altro fatto nuovo è la scelta di illustrare il volume della Traccia (pubblicato da Edb, il testo è però già da due settimane disponibile su www.avvenire.it) con foto d’autore per spiegare il tema anche visivamente. Le periferie, la mensa della Caritas, due poveri colti «con sguardo amorevole e discreto», alcuni «non luoghi» come i nuovi plessi dell’Università. Sono alcune fotografie di Firenze, contenute nella traccia di preparazione al Convegno ecclesiale nazionale, che testimoniano come quello femminile sull’umano sia «uno sguardo di qualità». A parlarne è stato padre Bernardo Gianni, monaco benedettino e priore dell’Abbazia di San Miniato al Monte (Firenze). A proposito delle fotografie firmate da Mariangela Montanari, oblata benedettina secolare, il priore le ha definite «una narrazione parallela» alla Traccia, che anche grazie alla sua appendice online e alle reti sociali si presenta per la prima volta in un Convegno ecclesiale nazionale come «ipertesto» che vuole «incontrare il volto dell’altro di fronte a noi a prescindere dalle sue idee». Attraverso le foto della Traccia si vuole incrociare anche «il cuore di chi viene a Firenze da lontano»: nessuna «cartolina», ma una «vera e propria narrazione integrata alla città».

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