domenica 19 ottobre 2014
COMMENTA E CONDIVIDI
È un miracolo legato a una vita nascente quello che ha permesso alla Chiesa di indicare come beato, e quindi come modello di santità, Paolo VI, il «Papa della vita».Il primo riconoscimento ufficiale del modo «eroico» con il quale Giovanni Battista Montini ha vissuto l’intera esistenza alla luce della fede cristiana è arrivato il 20 dicembre 2012. Trentaquattro anni dopo la morte di Paolo VI, infatti, Benedetto XVI autorizzava la Congregazione delle cause dei santi a pubblicare il decreto riguardante le virtù eroiche del Pontefice bresciano, che così diventava «venerabile». Un punto di svolta importante nell’iter della causa per la beatificazione, i cui primi «passi» vennero mossi nel 1990.Come ha riferito in un’intervista il postulatore della causa, il padre redentorista Antonio Marrazzo – che nel suo lavoro è stato coadiuvato a Brescia dai due vicepostulatori don Antonio Lanzoni e monsignor Mario Piccinelli –, la prima richiesta di introdurre la causa per papa Montini «è partita dall’episcopato latino americano, seguito poi da altre Conferenze episcopali. In contemporanea, nel 1990, il vescovo di Brescia, Bruno Foresti, costituendosi attore della causa, ha promosso l’avvio del processo di canonizzazione».L’11 maggio 1993 l’allora cardinale vicario di Roma e presidente della Conferenza episcopale italiana, Camillo Ruini, apriva a Roma il processo diocesano per volere di Giovanni Paolo II. La fase «locale» d’indagine nella capitale è durata poco meno di sei anni ed è stata chiusa il 18 marzo 1999. Nel corso di questa prima fase il tribunale diocesano ha «interrogato» 165 testimoni e nel materiale raccolto appaiono anche le testimonianze di dieci cardinali e vescovi. Come di consueto, quindi, tutta la documentazione, assieme anche a quella prodotta dalle indagini diocesane svolte a Brescia e a Milano, è stata inviata alla Congregazione per le cause dei santi.E si arriva quindi al parere favorevole espresso il 10 dicembre di due anni fa dalla consulta del Dicastero vaticano guidato dal cardinale Angelo Amato e la successiva autorizzazione alla pubblicazione del decreto sulle virtù eroiche. Nel frattempo, come ha rivelato padre Marrazzo, si stava già lavorando al riconoscimento di un possibile miracolo. Il «segno», avvenuto per l’intercessione di Paolo VI, lo scorso 6 maggio è stato riconosciuto dalla plenaria dei cardinali e dei vescovi della Congregazione delle cause dei santi: si tratta della guarigione «scientificamente inspiegabile» di un nascituro, avvenuta negli Stati Uniti nel 2001. Al quinto mese di gravidanza i medici avevano consigliato alla futura mamma di abortire, poiché sul feto avevano riscontrato la rottura della vescica fetale, la presenza di liquido nell’addome e la mancanza di liquido nel sacco amniotico. La diagnosi parlava di una possibile morte in grembo materno del bimbo o la nascita con gravissime malformazioni. Ma la donna non si diede per vinta e non volle abortire; inoltre, su suggerimento di una suora italiana che aveva conosciuto Paolo VI, si rivolse nelle sue preghiere al Pontefice chiedendo l’intercessione per la guarigione del suo bimbo. Oggi suo figlio ha 13 anni ed è in buone condizioni di salute: è nato all’ottavo mese di gravidanza con un parto cesareo. Il 12 dicembre 2013 la consulta medica della Congregazione delle cause dei santi ha riconosciuto che la guarigione è stata inspiegabile secondo la scienza e il 18 febbraio scorso i teologi dello stesso dicastero hanno attribuito questo fatto miracoloso all’intercessione di Paolo VI. Il 9 maggio 2014 papa Francesco ha autorizzato la pubblicazione del decreto che riconosce il miracolo per intercessione di Montini. Lo stesso giorno veniva stabilita la data per la beatificazione: 19 ottobre 2014.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: