venerdì 29 marzo 2013
​Il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, nell'incontro con i giornalisti ha parlato dell'affettuosa telefonata di ieri con Benedetto XVI e ha illustrato le cerimonie pasquali della Via Crucis al Colosseo, della Veglia Pasquale nella Basilica di San Pietro e della Cappella Papale in Piazza San Pietro il giorno di Pasqua.
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Il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi in un incontro con i giornalisti ha illustrato le cerimonie pasquali della Via Crucis al Colosseo, della Veglia Pasquale nella Basilica di San Pietro e della Cappella Papale in Piazza San Pietro il giorno di Pasqua. Innanzitutto ha dato due informazioni sull’attività del Papa di ieri: dopo la celebrazione della Messa del Crisma di ieri mattina, Papa Francesco ha chiamato Benedetto XVI e "ha fatto una lunga e intensa telefonata con il senso della comunione, dopo il momento della grande celebrazione comunitaria di tutti i sacerdoti". È stata - ha detto - "una telefonata molto, molto bella, intensa e significativa", come ha riferito il segretario, monsignor Alfred Xuereb. Poi il Papa è stato a pranzo con sette sacerdoti, come segno di comunione e di fraternità sacerdotale. Sono sacerdoti impegnati soprattutto nel campo della carità, del servizio della pastorale - uno era responsabile della Caritas, un altro si occupa di pastorale con i rom, un altro è un sacerdote handicappato, che si muove in carrozzella, un altro si occupa di formazione professionale dei giovani e dei ragazzi, un altro è guida spirituale di molti altri sacerdoti. Il pranzo si è svolto nell’appartamento del sostituto, monsignor Becciu, in Vaticano. "Un pranzo - ha detto - con una bella conversazione, perché erano sacerdoti che avevano molte storie da raccontare e molto interessanti sulla loro attività. Quindi il Papa è stato molto contento di questa occasione di incontro e di scambio con un gruppo di sacerdoti romani, piuttosto significativo". Padre Lombardi è poi passato a riferire delle cerimonie pasquali. La celebrazione di oggi pomeriggio, quella della Passione del Signore, celebrazione liturgica nella Basilica di San Pietro, alle 17.00, si svolge secondo lo schema classico della Liturgia: "Segnalo, come momento di particolare attenzione anche dal punto di vista visivo, l’inizio che è proprio con la prostrazione, la preghiera silenziosa del Papa prostrato davanti all’altare: un momento molto caratteristico del Venerdì Santo. Poi anche durante la lettura del Passio, il Papa e tutti che si inginocchiano al momento della morte di Gesù. All’orazione, l’orazione universale, viene svolta con il diacono che fa la prima parte della preghiera e il Papa che fa la seconda. Poi c’è un altro momento molto caratteristico del Venerdì Santo, che è l’Adorazione della Croce: anche qui il Papa scende dalla sua sede per andare ad adorare la Croce, che gli viene presentata dal diacono, togliendosi la casula e rimanendo quindi con il camice e la stola. C’è poi il momento della Comunione. L’omelia, in questa circostanza, non viene tenuta dal Papa, ma dal predicatore della Casa Pontificia, padre Cantalamessa". "La Via Crucis - ha proseguito poi padre Lombardi - è come sempre in mondovisione". Quest’anno i testi sono stati redatti da alcuni giovani libanesi, sotto la guida del Patricarca Bechara Boutros Rai, iniziativa collegata al viaggio del Papa Benedetto in Libano, che è avvenuto a settembre, e alla situazione del Medio Oriente, che - ha sottolineato - "ci tiene così preoccupati e anche attenti alla preghiera. Quindi i testi di quest’anno riflettono molto sia la tradizione dei Padri e delle Liturgie orientali, sia la Esortazione Ecclesia in Medio Oriente”. "Lo schema della Via Crucis - ha affermato - è quello tradizionale e classico, con XIV Stazioni, tre cadute… Ogni tanto si usano anche altri schemi più biblici, ma questo è quello proprio tradizionale". Portano la Croce per la I e l’ultima Stazione il cardinale Vallini; per la II e la III, due famiglie, una famiglia italiana e una famiglia indiana; per la IV e la V sono gli operatori dell’Unitalsi, l’Associazione che segue i malati nei loro pellegrinaggi nelle varie occasioni, che accompagnano anche una persona disabile; per la VI e la VII Stazione sono due seminaristi cinesi; per la VIII e la IX sono due frati della Custodia di Terra Santa, che ci sono sempre per ricordare il collegamento con Gerusalemme e la Terra Santa; per la X e la XI Stazione, abbiamo due religiose nigeriane, per l’Africa, e due religiose del Libano, per continuare a sviluppare il contesto libanese mediorientale; nella XII e XIII Stazione ci sono due giovani del Brasile, in rapporto con la prossima Gmg. Le torce ai lati della Croce sono portati da due giovani italiani della diocesi di Roma e da due libanesi. Quindi abbiamo la presenza libanese in varie modi durante la Via Crucis. Il Papa - ha aggiunto padre Lombardi - va direttamente al terrazzo del Palatino, dove c’è un gazebo: come negli ultimi anni già avveniva con i Papi precedenti. Quindi non fa il percorso della Via Crucis: assiste e l'attende all’arrivo. Alla fine della Via Crucis ci saranno le parole del Santo Padre. Lettori principali sono, come voce maschile, Orazio Coclite, giornalista della Radio Vaticana "che è uno storico lettore" - ha aggiunto padre Lombardi - e Lina Sastri, nota attrice italiana, per la voce femminile. Carolina Zaccarini presterà la voce per l’annuncio delle Stazioni ed altri avvisi. Le immagini del libretto della Via Crucis sono di un anonimo francescano di Betlemme del secolo XIX. La Veglia Pasquale, che inizia domani alle 20.30, è una celebrazione - ha detto padre Lombardi - "molto ampia e articolata, una delle più complesse e più belle della Liturgia cristiana in tutto l’anno. Comincia con la Liturgia della Luce nell’atrio della Basilica e poi la processione, con il cero pasquale acceso, lungo la navata della Basilica, che dovrebbe essere oscura, con le candele che si accendono gradualmente, mentre procede la luce. "Purtroppo - ha notato padre Lombardi - ci sono anche sempre tutte le luci di quelli che fanno le fotografie e che non hanno ancora capito che non dovrebbero farlo, almeno quella volta durante l’anno…". Poi le luci si accendono tutte quando il cero pasquale arriva all’Altare Maggiore, e lì c’è il famoso canto dell’“Exultet”. Quest’anno - ha osservato padre Lombardi - "c’è una semplificazione delle Letture dell’Antico Testamento": quindi - ha aggiunto - è probabile che la durata generale della celebrazione sia più breve delle tre ore degli anni precedenti. Un momento fondamentale di questa celebrazione - ha ricordato il portavoce vaticano - è poi la Liturgia dei Sacramenti e dell’iniziazione cristiana: il Battesimo, la Cresima e l’Eucaristia. Nella notte di Pasqua vi sono dei neofiti, cioè dei catecumeni preparati al Battesimo, che ricevono dal Papa il Battesimo durante la notte di Pasqua. Non solo ricevono il Battesimo, ma essendo adulti - nello stesso giorno - ricevono anche la Cresima e per la prima volta anche la Comunione: quindi sono tre Sacramenti che ricevono per la prima volta nella notte di Pasqua. Quest’anno i neofiti saranno quattro e sono un albanese di 30 anni; un italiano di 23; un russo di 30; e uno statunitense di origine vietnamita, di 17. Padre Lombardi ha poi parlato della Messa della mattina di Pasqua, il cui inizio è previsto alle ore 10.15; la durata, di circa un’ora e mezzo, dà il tempo al Papa di salire alla Loggia per fare poi alle 12.00 la Benedizione “Urbi et Orbi”. Anche in questo caso la Liturgia è quella classica. All’inizio c’è il cosiddetto rito del “Resurrexit”, cioè l’annuncio della Resurrezione del Signore, aprendo un’icona che viene posta vicino all’altare. E’ un rito molto antico. All’inizio della Messa di Pasqua, il rito penitenziale viene in certo modo sostituito dall’aspersione, quindi non c’è la recita del Confiteor: il Santo Padre asperge il popolo attingendo l’acqua dal fonte battesimale, che è vicino all’altare. "La Messa di Pasqua - ha precisato padre Lombardi - non è concelebrata: mentre nella Veglia e nella notte abbiamo i cardinali che concelebrano, un gran numero di concelebranti, alla Messa di Pasqua no, assistono, sono presenti, ma il celebrante - tradizionalmente - è il Papa da solo nella Messa pasquale. Non c’è omelia nella Messa pasquale, perché poi segue il messaggio Urbi et Orbi". "Un elemento di semplificazione che c’è nella Liturgia della Pasqua di quest’anno - ha aggiunto - è che il Vangelo viene annunciato solo in latino" e non anche in greco, come spesso si faceva in passato nelle grandi solennità. Alla Messa di inaugurazione del Pontificato - ha ricoradto - il Vangelo è stato cantato solo in greco e non in latino; questa volta viene cantato solo in latino e non greco, anche perché quest’anno non c’è la coincidenza delle Pasque, che invece altre volte c’è stata e che naturalmente porta diversi elementi anche orientali nella celebrazione. Per quanto riguarda i saluti nelle diverse lingue, circa una sessantina, padre Lombardi ipotizza che il Papa sceglierà quest’anno una formula augurale più breve. "Diciamo - ha sottolineato - che la sinteticità abituale che abbiamo visto di papa Francesco probabilmente avrà qualche segnale anche in questa occasione".I cardinali diaconi per la Messa della Pasqua sono Angelo e Comastri e Raffaele Farina; e protodiacono, che annuncia la benedizione Urbi et Orbi, è il cardinale Tauran. Quindi lo vedremo alla Loggia, con gli altri due cardinali diaconi, che hanno già accompagnato il Santo Padre durante l’Eucaristia. "Per quanto riguarda la durata dell’Urbi et Orbi, negli ultimi anni era stata sempre entro la mezz’ora. Data la rapidità di papa Francesco è probabile che siamo anche quest’anno entro la mezz’ora". ​​
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