martedì 15 novembre 2011
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​Con quello che si accinge a fare da venerdì 18 a domenica 20 novembre saranno 22 i viaggi di Benedetto XVI fuori dai confini dell’Italia, due dei quali in Africa. I numeri, emersi ieri mattina nel briefing di padre Federico Lombardi, hanno innescato una serie di domande sul perché questo viaggio sia stato concentrato in un solo Paese. «Il viaggio è molto impegnativo per una persona di 84 anni», ha sottolineato il portavoce, a chi gli faceva un improbabile confronto con i viaggi africani di Giovanni Paolo II che durante il suo Pontificato visitò 42 Paesi. «Benedetto XVI – ha sottolineato padre Lombardi – continua a fare questi viaggi impegnativi per motivi importanti e non troppo locali, misurando le forze e le possibilità per farli bene. Personalmente – ha aggiunto – io sono ammirato della sua disponibilità ad intraprendere missioni così faticose. Il programma del viaggio è dunque proporzionato alla forza e all’età». Quanto alle voci, pure avanzate dai cronisti, su un’artrosi che affliggerebbe il Papa, costringendolo all’uso della pedana mobile in San Pietro, il direttore della Sala Stampa vaticana, ha risposto che la pedana «è stata utilizzata per alleviare la fatica del percorso all’interno della Basilica, ma non c’era in questo senso nessuna indicazione data dal medico curante».Il 22° viaggio internazionale di Benedetto XVI sarà accompagnato anche da una iniziativa collaterale, promossa dalla Radio Vaticana. Un concerto in programma nel secondo stadio di Cotonou, venerdì sera, al quel prenderanno parte famosi cantanti africani (Papa Wemba e Bonga tra gli altri), per promuovere tra i giovani, anche attraverso la musica, pace, riconciliazione e giustizia. Gli artisti hanno inciso anche un cd che sarà distribuito gratuitamente alle radio del continente.Ieri, inoltre, nella Sala Marconi della Radio Vaticana è stato presentato libro di Susanna Cannelli, Cattolici d’Africa, la nascita della democrazia in Benin, Guerini e Associati editori, che ricorda il ruolo della Chiesa nel processo di democratizzazione del Paese.
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