sabato 4 ottobre 2014
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Non sappiamo a quali risultati approderanno i padri sinodali. Non sappiamo in che modo gli auspici circolati in questi mesi su accoglienza e apertura verso le situazioni familiari di crisi troveranno rispondenza. E non sappiamo neppure se il dibattito tra i 253 partecipanti alla grande assise sulle «Sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell'evangelizzazione» si indirizzerà sui temi mediaticamente più dibattuti, o punterà su strade sorprendenti e magari neppure comprese nella pur ampia gamma di problemi elencati nell'«Instrumentum laboris». In ogni caso il Sinodo straordinario di quest'anno, aperto con la solenne concelebrazione di domenica nella basilica vaticana, e poi quello Straordinario del prossimo ottobre, rappresentano una svolta storica per la Chiesa universale. Non era mai capitato che sullo stesso argomento venisse indetta una doppia assemblea mondiale a distanza così ravvicinata. Segno, come ha fatto notare il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, che la famiglia è tema decisivo e trasversale, riguarda tutti e interseca ogni argomento, ogni problema, ogni ambito di vita. Il compito che da lunedì fino al 19 ottobre attende i 191 padri sinodali è allo stesso tempo affascinante e difficilissimo. Riflettere e confrontarsi su una decina di grandi questioni che intersecano la vita delle famiglie. A cominciare dalla più urgente e decisiva: come trovare le parole più efficaci per ridire al mondo contemporaneo la bellezza del matrimonio e della famiglia? Come vincere la cultura dell'egoismo, del relativismo e dell'individualismo che sembrano aver  fatto calare un gelo di provvisorietà nell'alfabeto delle relazioni? A queste grandi questioni sono connessi anche i temi che hanno monopolizzato il dibattito mediatico: convivenze, sì o no la comunione ai divorziati risposati, quale accoglienza per le coppie dello stesso sesso... Questioni importanti ma non decisive per il futuro della famiglia, passato e futuro di tutti, della società e della Chiesa.

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