domenica 20 marzo 2016
Verso la Gmg in pellegrinaggio nella Penisola la croce di san Damiano e la Vergine di Loreto
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Rito antico quello delle Palme, eppure estremamente giovane. Ancora di più da quando, trentuno anni fa, san Giovanni Paolo II ebbe l’idea di far coincidere la domenica che dà il via alla Settimana Santa con la Giornata mondiale della gioventù da celebrarsi ogni anno nelle diocesi. Un appuntamento a cui si aggiunge, con cadenza prima biennale e ora triennale, un raduno internazionale. Ma la Domenica delle Palme resta un’occasione fissa che le Chiese locali vivono con veglie, processioni, momenti di riflessione e di spettacolo, e che tradizionalmente viene celebrata in piazza san Pietro alla presenza del Papa. Accade così anche stamattina, sul sagrato della Basilica vaticana, dove alle 9.30 Francesco presiede la Messa con la processione che ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. Tra i giovani presenti c’è una delegazione di cinquanta ragazzi arrivati da Cracovia che dal 26 al 31 luglio ospiterà la Gmg. Quest’anno, infatti, la Giornata che ha per tema “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia” sarà vissuta pure a livello mondiale, inserendosi a pieno titolo nell’Anno Santo della misericordia fino a trasformarsi, per decisione di Bergoglio, nel Giubileo dei giovani. La celebrazione di oggi rappresenta dunque un’importante e significativa tappa di avvicinamento a Cracovia, la città di san Giovanni Paolo II e di santa Faustina Kowalska. «Credo che la Divina Provvidenza ci abbia guidato a celebrare il Giubileo dei giovani proprio lì, dove hanno vissuto questi due grandi apostoli della misericordia dei nostri tempi», ha confidato il Papa nel Messaggio per la Gmg chiedendo ai ragazzi di lasciarsi «toccare dalla sua misericordia senza limiti per diventare a vostra volta apostoli della misericordia». Proprio in quest’ottica, nell’ultimo anno il cammino dei giovani italiani si è fatto pellegrinaggio, sui passi del Crocifisso di san Damiano e della Madonna di Loreto, i simboli che sin dal 1987 accompagnano la “spedizione azzurra” agli incontri mondiali prima di essere regalati alla Chiesa che ospita l’evento. Per la prima volta, però, le due immagini hanno fatto il giro del Paese, toccando tutte le diocesi e diventando «il dono dei giovani italiani e non della sola Conferenza episcopale», sottolinea don Gero Manganello, del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Cei (Snpg). L’obiettivo, ricorda, era quello di «creare un evento condiviso che aiutasse a prepararsi alla Gmg e che permettesse ai simboli di arrivare in luoghi, come il carcere, gli ospedali, i monasteri, dove ci sono giovani che non potranno vivere fisicamente l’esperienza di Cracovia». Questa iniziativa ha consentito dunque «a coloro che non andranno in Polonia di respirare un po’ di aria di Gmg, rendendoli partecipi ». Il viaggio dei simboli, osserva don Manganello, «non ha lasciato indifferenti le Chiese locali ed è stato uno sprone per spiegare la Gmg, specialmente a tanti adolescenti che per questioni di età non la conoscono ». Il bilancio è positivo. «Inizialmente – dice il sacerdote – c’è stato qualche normale assestamento organizzativo, ma man mano che il pellegrinaggio avanzava, l’idea ha preso forma, anche grazie al fatto che si è potuto guardare all’esempio delle diocesi precedenti». E così, poiché da oggi fino al 31 maggio le immagini sono ancora disponibili (basta far pervenire la richiesta a: c.manganello@ chiesacattolica.it), «già qualcuno ha domandato di poterle accogliere nuovamente per vivere il momento con maggiore consapevolezza». Secondo don Manganello, il pellegrinaggio dei simboli attraverso l’Italia, isole comprese, «è stato un ottimo modo per prepararsi alla Gmg» e potrebbe diventare un’iniziativa stabile da riproporre in vista delle edizioni future. A conferma del fatto che l’incontro mondiale dei giovani con il Papa non è un evento a sé stante, ma il punto di arrivo e di ripartenza di un cammino quotidiano.
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