
Fedeli in piazza San Pietro - Ansa
Mentre la Chiesa e il mondo piangono la scomparsa di papa Francesco, il cerimoniale previsto dopo questo evento si è subito messo in moto. Si tratta delle norme e delle regole previste dalla seconda edizione tipica dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis.
Un testo che proprio papa Francesco ha voluto rivedere il 29 aprile 2024, con l’obiettivo di snellire alcune delle procedure e ricondurre a uno stile più sobrio anche la fase dell’ultimo saluto al Pontefice defunto.
Dunque, cosa sta accadendo ora? L’annuncio della morte è stato dato dal camerlengo cardinal Farrell, mentre nella stanza dove è deceduto il Papa dopo il saluto privato della famiglia pontificia si prepara il corpo del defunto spostandolo, dopo averlo rivestito dei paramenti, nella cappella privata dell’appartamento pontificio, dove avverrà la constatazione ufficiale del decesso prevista alle 20 di stasera. Finora questo rito avveniva direttamente nella camera da letto del defunto.
Il corpo del Papa non sarà lasciato esposto sul baldacchino come abbiamo visto fare fino alle ultime esequie celebrate di un Pontefice, seppur emerito, come Benedetto XVI il 31 dicembre 2023. Francesco nella nuova versione dell’Ordo Exsequiarum ha disposto che il corpo venga posto direttamente nel cofano in cui riposerà per sempre. Questa fase viene definita la “prima stazione” del rito funebre.
Anche qui un’altra novità: sarà una cassa in legno con l’interno in zinco. Scompaiono, quindi, le tre casse nelle quali fino ad ora sono stati sepolti i Pontefici, che prevedevano una cassa di cipresso da collocare dentro a un altro involucro di piombo e infine il tutto custodito all’interno di una bara in rovere.
Novità anche per quella che è definita la “seconda stazione”. Scompare, infatti, anche la traslazione della salma dall’appartamento pontificio al Palazzo Apostolico, dove di fatto veniva esposto al saluto prevalentemente di chi vive in Vaticano, di autorità e di vescovi e cardinali giunti nel frattempo a Roma. Ci sarà invece una sola traslazione: dalla cappella privata alla Basilica di San Pietro dove la cassa sarà collocata davanti all’altare centrale, costruito sopra la tomba di san Pietro e questa dovrebbe avvenire mercoledì 23, di mattina (domani ne saranno ufficializzate le modalità).
Come si ricorderà per i precedenti funerali papali, la traslazione in Basilica avveniva con il corpo del defunto adagiato sopra una portantina. Questa volta, secondo le nuove norme, la traslazione del corpo di papa Francesco avverrà con la salma dentro la cassa in cui è stato posto poco dopo il decesso. E sempre nella cassa resterà durante l’omaggio e la preghiera di suffragio che i fedeli potranno fare nella Basilica Vaticana. Niente catafalco, ma la bara aperta adagiata in modo da permettere la vista del Pontefice defunto. La cassa verrà chiusa la sera precedente il giorno delle esequie.
Nei prossimi giorni saranno fissate le esequie, che nelle ultime volte precedenti si sono svolte in piazza San Pietro. Il rito funebre sarà quello di un vescovo diocesano, anche per sottolineare che le esequie del Papa sono quelle di un pastore e discepolo di Cristo e non di un potente di questo mondo.
«La struttura del nuovo Ordo – spiegava il Maestro delle Celebrazioni papali l’arcivescovo Diego Ravelli presentando il testo nell’aprile 2024 - è stata semplificata rivedendo o eliminando diversi elementi rituali difficili da coordinare o ritenuti ormai inadeguati. Inoltre, ogni sequenza rituale è stata resa più chiara e precisa, così come sono state definite meglio le competenze e i ruoli di coloro che sono coinvolti nella preparazione e nello svolgimento dei riti».
La “terza stazione” è quella della tumulazione. Sarà un rito più snello anche per la cancellazione delle tre bare, ma vi è un aspetto nuovo rispetto a quanto accaduto finora dal 1914: papa Francesco nel suo testamento (diffuso nella serata del giorno della sua morte) ha disposto di essere sepolto nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Anche in questo papa Francesco compie un gesto a sorpresa: sarà il primo Papa defunto a essere sepolto fuori dal Vaticano dal 1903 quando Leone XIII venne tumulato nella Basilica di San Giovanni in Laterano (dove riposa con altri 21 predecessori). Con la sua tumulazione in Santa Maria Maggiore, Francesco sarà l’ottavo Pontefice a esservi sepolto dopo Onorio III (pontificato 1216-1227), Niccolò IV (1288-1292), Pio V (1566-1572), Sisto V (1585-1590), Clemente VIII (1592-1605), Paolo V (1605-1621) e Clemente IX (1667-1669).
Spetterà al Maestro delle cerimonie pontificie stabilire le modalità con cui avverrà questa traslazione al di fuori delle Mura Vaticane.
Concluso il rito funebre e la tumulazione, per la Chiesa universale inizieranno i «Novendiali», cioè nove giorni nei quali saranno celebrate Messe in suffragio per il defunto Pontefice. Nel rituale liturgico previsto si passa da tre a quattro i formulari di preghiere a scelta, in quanto sono stati ripresi tutti quelli offerti dal Missale Romanum per il Papa defunto e quello per il vescovo diocesano defunto. A differenza dell’edizione precedente, vengono omessi i testi del Lezionario, di cui si offrono invece soltanto le indicazioni bibliche.
Le esequie sono la prima delle nove Messe previste dai Novendiali, mentre per ciascuno degli altri otto giorni sono indicati i gruppi chiamati a elevare la preghiera di suffragio. Il secondo giorno dipendenti e fedeli della Città del Vaticano, il terzo la Chiesa di Roma di cui il Papa è il vescovo, il quarto i capitoli delle Basiliche papali, il quinto la Cappella papale; il sesto la Curia Romana, il settimo le Chiese Orientali, l’ottavo i membri di istituti di vita consacrata, e il nono nuovamente la Cappella papale.
«L’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis – aggiungeva l’arcivescovo Ravelli presentando il testo e le sue novità - non è pensato come un “messale plenario”, quanto come un Ordo nel senso proprio del termine, che cioè contiene le indicazioni rituali, lo svolgimento di riti e i testi propri, ma rimanda per tutto il resto ai libri liturgici in uso, vale a dire il messale, il lezionario e il graduale. Ne risulta, dunque, un volume più snello, di facile consultazione e preciso nelle indicazioni rituali, strumento essenziale per la preparazione e la celebrazione delle esequie del discepolo di Cristo scelto come successore di Pietro».
Il Collegio cardinalizio, dal momento della morte del Papa, assume il ruolo di luogo decisione di tempi e modalità nell’esecuzione dei riti. Nel corso delle «Congregazioni generali» i cardinali (anche ultraottantenni che però non potranno partecipare al Conclave) potranno affrontare non solo il tema del successore di Francesco, ma anche su quale strada indirizzare la Chiesa, oltre alla gestione ordinaria della Chiesa e della Santa Sede. Sarà il Collegio cardinalizio a fissare la data dell’inizio del Conclave, che vedrà al mattino la celebrazione della Messa pro eligendo Pontifice, presieduta dal decano del Collegio cardinalizio. Nel pomeriggio vi sarà l’ingresso dei cardinali elettori nella Cappella Sistina, luogo dell’elezione del Papa. Presteranno giuramento sulla Bibbia e poi il Maestro delle cerimonie pronuncerà la frase latina «extra omnes», cioè «fuori tutti», rivolto a coloro che non sono cardinali elettori e personale addetto. Inizierà così l’attesa per conoscere il nome del nuovo Papa.
Se la votazione non avrà dato esito positivo dal comignolo sopra la Cappella Sistina uscirà fumo nero. Nel caso di elezione il fumo sarà bianco. Non resterà che attendere che il cardinale protodiacono appaia alla Loggia centrale della Basilica Vaticana per l’annuncio atteso: Habemus Papam.