sabato 16 giugno 2018
Nuove accuse del procuratore di Catania che da oltre un anno indaga sui salvataggi in mare.
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"Le Ong fanno parte di un sistema profondamente sbagliato, che affida la porta d'accesso all'Europa a trafficanti che sono criminali senza scrupolo. Questo è l'aspetto sbagliato delle cose che non risponde né a senso di umanità né di solidarietà. E non parlo di inchieste in corso, non lo farei con i giornalisti, ma di un fenomeno generale". Lo ha detto il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro a margine del convegno su "Le nuove frontiere dell'immigrazione" dell'associazione Area Democratica per la Giustizia.

"È necessario che non sia questo, che venga interrotto questo tipo di canale di afflusso - ha aggiunto - e che invece nei Paesi che sono direttamente coinvolti dalle partenze di questi migranti si aprano degli hot spot nei quali si possa effettivamente fare un primo esame delle richieste e poi dividere le varie quote secondo ovviamente le esigente e le disponibilità dei Paesi europei".

"Se non combattiamo il traffico dei migranti - ha sottolineato - non riusciremo mai a debellare un fenomeno che sta avendo effetti devastanti di corruzione anche in Paesi ovviamente meno strutturati, parlo della Libia e non solo della Libia purtroppo".

Ad oggi le inchieste avviate oltre un anno fa dalla procura di Catania sulle ong e i presunti legami con i trafficanti di uomini non hanno portato ad alcun risultato giudiziario. Recentemente il presidente dei giudici per le indagini preliminari di Catania e successuivamente il Tribunale del riesame di Ragusa avevano sconfessato la procura etnea che aveva sequestrato la nave di una Ong, annullando il provvedimento e riconoscendo lo “stato di necessità” per le organizzazioni benefiche che soccorrono migranti.

"Il centro di soccorso italiano in mare interviene in un'area Sar che è stata estesa a 1,5 milioni di chilometri quadrati, circa, a causa del disimpegno delle autorità maltesi che pure dovrebbero presidiare un'area Sar di non modesta estensione lungo la rotta del mare Mediterraneo centrale, ma che, sistematicamente, rifiutano l'utilizzo dei loro porti per l'approdo", ha aggiunto Zuccaro che poi ha ammesso come l'area di ricerca e soccorso (sar) nel Canale di Sicilia sia pressoché interamente affidata all'Italia. "Dagli atti ufficiali - ha precisato il procuratore di Catania- l'area Sar italiana è di 500mila chilometri quadrati, e non è direttamente confinante con le acque territoriali libiche. Tra le due aree si interpone la Sar maltese, che è di 250mila chilometri quadrati, dove l'autorità di soccorso di Malta si rifiuta sistematicamente di intervenire alle richieste di soccorso".

"Se le autorità italiane rinunciano al controllo del flusso migratorio - ha aggiunto Zuccaro - se le misure adottate non vengono coerentemente applicate da tutte le componenti del sistema Italia, allora il fenomeno sarà esclusivamente governato dalle organizzazioni criminali che operano in Libia in un regime di monopolio".





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