giovedì 2 giugno 2016
Massidda: «Zona franca doganale per attrarre investimenti e creare nuovo lavoro»
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1 Cagliari è una città sempre più  vecchia e solitaria anche in senso economico e culturale. Il centro storico si sta svuotando di attività e servizi. Culturalmente, gli ultimi anni hanno visto un regresso: con insipienza, ignoranza e arroganza hanno svilito il Teatro lirico e trasformato l’Anfiteatro romano in discarica. Per riportare i giovani e le famiglie in città dobbiamo far sì che Cagliari torni ad essere un centro economico e culturale pulsante, in grado di offrire servizi e soprattutto lavoro. È il pilastro di tutto il nostro progetto: senza opportunità lavorative qualunque città è destinata a svuotarsi e morire. Uno dei miei primi provvedimenti da sindaco sarà pretendere la creazione della zona franca doganale, che è una straordinaria possibilità di crescita economica e occupazionale. Vogliamo poi far arrivare a Cagliari investimenti internazionali e incentivare l’imprenditoria giovanile. Pensiamo anche a grandi interventi di edilizia residenziale agevolata e di housing sociale, per consentire alle famiglie di tornare ad abitare in città. 2 Non credo che Cagliari possa crescere indipendentemente o “in contrapposizione” all’hinterland. Al contrario, il capoluogo e i comuni che la circondano formano un unico sistema che finora non è stato valorizzato. La città metropolitana è l’occasione per farlo, ma si devono superare i piccoli egoismi e le gelosie. 3 La realizzazione di qualche giardinetto o rotatoria stradale - quello che si è visto finora - è fumo negli occhi. Noi intendiamo mettere in campo una vera politica urbanistica: vogliamo riconvertire l’esistente e riqualificare gli spazi non più utilizzati, così da creare anche nuova occupazione. Vogliamo poi recuperare le periferie e bonificare le aree dismesse, per fare di Cagliari una “ smart city” di altissima qualità ambientale. 4 Offrire ai turisti una città pulita e decorosa è essenziale. Ma abbiamo idee molto più ambiziose. Il turismo deve essere fonte di ricchezza e occupazione tutto l’anno. Per questo puntiamo sui “nuovi turismi” (turismo culturale, diportismo nautico, outdoor, terza età). C’è poi il settore crocieristico: Cagliari deve diventare il luogo in cui una nave inizia e termina la crociera, consentendo ai passeggeri di fermarsi in città e usufruire delle sue strutture alberghiere. Occorrono però collegamenti aeronavali continui e a prezzi ragionevoli. La scellerata politica regionale ha fatto fuggire le compagnie low-cost, con una riduzione immediata delle presenze turistiche del 30-40 per cento, nell’assoluto silenzio dell’attuale amministrazione comunale. Non appena eletto sindaco tuonerò per far sì che questa assurda politica venga rivista.
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