venerdì 14 agosto 2015
Il sottosegretario: errori nella gestione, ora pratiche veloci e mai più immigrati in strutture residenziali.
EDITORIALE Il buon Salvini e il suo sosia
I VERI NUMERI DELL'IMMIGRAZIONE
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A settembre il governo deve operare «un deciso cambio di passo» nella gestione degli immigrati. A dirlo è un esponente stesso dell’esecutivo, Enrico Zanetti, sottosegretario all’Economia e segretario di Scelta civica. «Bisogna essere onesti, abbiamo fatto alcuni errori e dobbiamo riparare in fretta. È vero, il trattato di Dublino è sbagliato, penalizza i Paesi di frontiera. Però non possiamo uscirne con soluzioni furbesche, all’"italiana", che tra l’altro aumentano la diffidenza e la freddezza degli altri Stati Ue».Quali sono i punti della strategia italiana da cambiare?La prima cosa è identificare subito chi arriva, perché comunque Dublino va applicato e non eluso. Poi bisogna velocizzare l’iter burocratico che porta a distinguere chi deve restare da chi deve andare via: qualcosa in questa direzione si sta facendo, ma bisogna accelerare. E infine dobbiamo evitare di mandare le persone in strutture ricettive o aree residenziali. Con questi interventi noi possiamo ridurre la percezione di insicurezza che poi alimenta la propaganda di quelle forze politiche interessate solo a cavalcare la paura.Insomma, secondo lei l’esecutivo ha delle responsabilità per il clima che c’è nel Paese?Se lei fa riferimento a recenti episodi di cronaca, bisogna capire che con scelte sbagliate si dà la sensazione di una "invasione" anche a cittadini molto ragionevoli che non hanno alcun pregiudizio verso gli stranieri. L’Italia sta producendo un grande sforzo umanitario, ma il governo deve mettere la testa su quei problemi di gestione che poi incidono sulla vita ordinaria delle persone. Sinora non si è riflettuto abbastanza sulla legittima domanda di sicurezza dei cittadini.Serve un confronto parlamentare?Innanzitutto serve un chiarimento nella maggioranza, e non certo per commissariare il ministro Alfano, ma all’opposto per non lasciarlo solo a gestire una crisi complicata. Cosa che invece è accaduta in questi ultimi mesi, e non va bene per nulla.Una dura autocritica...Sia chiaro: non sono le politiche nazionali a determinare i flussi, ma le grandi questioni geopolitiche. Noi però dobbiamo fare bene dentro casa nostra, altrimenti diamo fiato a chi ha un unico interesse, lasciare il problema così com’è per recuperare qualche voto.
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