mercoledì 27 febbraio 2013
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​«Avere la Lombardia significa che con Piemonte e Veneto, e speriamo anche il Friuli che a breve andrà al voto, potremo affrontare il tema della macroregione e costruire un partito del territorio». Macroregione. È questa la parola chiave, l’obiettivo e il "collante" che può unire davvero le anime della Lega e ridisegnare come su una mappa di Google la strada unitaria del Nord. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, è l’anima della Lega che "ribolle" dopo la caduta di 20 punti nel Nord-Est. Uno abituato a correre da solo. Ma che ha digerito l’alleanza con il Pdl, pur di non rinunciare alla «causa».Maroni ha vinto. Ha ragione Tosi, «Milano val bene una messa»?Non lo dice solo Tosi. È un dato di fatto. La vittoria di Maroni è una speranza per realizzare i nostri progetti. Maroni spero resti segretario e garanzia delle leghe regionali. Grazie a lui siamo riusciti a proporre il tema della macroregione. L’Euregione senza confini, in cui ogni realtà mantiene la propria identità territoriale. Rispetto all’impraticabile formula degli Stati uniti d’Europa, il modello cantonale con aree omogenee che condividono sfide comuni e si organizzano. Un tema condiviso e sostenuto anche dall’Europa.Per vincere in Lombardia siete tornati all’alleanza col Pdl. Pagando un prezzo caro...Probabilmente ha avuto il suo peso. Ma ripeto: per raggiungere il nostro obiettivo era necessaria la vittoria in Lombardia. Quello della macroregione europea è un tema fortemente presente. Come il tema del 75% delle tasse, che non è solo una <+corsivo>boutade<+tondo> elettorale. Non so come spiegare ai veneti che 18 miliardi delle nostre tasse se ne vanno a Roma e vengono usate per sostenere sprechi. Perché una siringa nei nostri ospedali costa 6 centesimi e al Sud 25? Queste discrepanze assurde vanno colmate. Con l’applicazione dei costi standard avremmo un risparmio nazionale di oltre 28 miliardi. Il progetto lo abbiamo lasciato sul tavolo del governo Monti, dopo i nostri decreti sul federalismo. Ma è rimasto lì.Ma in Veneto la Lega è crollata... Per colpa di chi? Pdl, la crisi, Bossi, Grillo?Possiamo dare la colpa a tutti. Ma sbaglieremmo. C’è un’analisi da fare: ma la colpa è solo nostra. Una riflessione o un atto d’accusa?Chiusa la campagna elettorale, ognuno può dire quello che pensa. Si aprirà un confronto, come avviene in tutti i partiti civili e democratici. Di certo sulle liste abbiamo dato il peggio che potevamo dare.Dito puntato contro Tosi?Queste elezioni erano una opportunità per ricompattare la Lega. Sul partito pesava la "tragedia" di Bossi e famiglia, gli scandali della Tanzania e dei diamanti. È iniziato un nuovo corso. E questo era il momento di dare il meglio. Quindi?Non ho condiviso la scelta dei candidati delle liste. Non sulle persone, ma sul metodo adottato. E poi a tre giorni dalle elezioni non si può presentare un nuovo contenitore, con un modello simile alla Csu in Baviera, perché disorienta. Ma avremo modo di confrontarci.Non pensa che Grillo abbia finito per "rubarvi" la voce del "dissenso" a casa vostra?Ci sono elettori che hanno votato Grillo alla Camera e noi al Senato. È un risultato che non mi ha sorpreso. È una scossa che vogliono tutti. Ma non credo possa durare come fenomeno al Nord. Perché Grillo va dalla Sicilia alla Valle d’Aosta. La vera voce del Nord restiamo noi. Ora Grillo dovrà decidere come impiegare i voti del suo movimento, se fornire un appoggio a un governo o stare sulle barricate.E la Lega? Cosa farà di fronte a un governissimo?Se si formasse un governo di larghe coalizioni a tempo, con un’agenda precisa, per riportare il paese al voto, la Lega potrebbe valutare come votare di volta in volta. Fra i temi più urgenti una nuova legge elettorale, perché i cittadini devono scegliere i propri rappresentanti.
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