sabato 11 giugno 2016
​È «un dato di fatto che i nostri terreni non hanno più l'humus necessario e gli apporti necessari per reagire a qualsiasi batterio e virus li colpisca», a causa dell'uso dissenato dei pesticidi. Lo ha spiegato Elsa Valeria Mignone, procuratore aggiunto a Lecce dell'inchiesta proprio sul disseccamento degli ulivi.
«Uso dissennato dei pesticidi ha avvelenato il Salento»
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Non può certo dirlo apertamente, ma è chiaro che a monte di ogni possibile concausa del disseccamento degli ulivi salentini (Xylella compresa) c'è «un dato di fatto, ormai i nostri terreni non hanno più l'humus necessario e gli apporti necessari per reagire a qualsiasi batterio e virus li colpisca». La ragione? «L'uso dissennato dei pesticidi che è stato fatto», spiega Elsa Valeria Mignone, Procuratore aggiunto a Lecce, titolare insieme alla collega Roberta Ricci, dell'inchiesta proprio sul disseccamento degli ulivi. Uso dissennato che «ha provocato l'avvelenamento dei nostri terreni» e senza che fosse accompagnato da un'adeguata «cultura dell'uso degli stessi».
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Ancora: «Non è mai stata censita la vendita dei pesticidi», va avanti la Mignone. Mentre «determinati pesticidi, particolarmente invasivi, dovevano essere ceduti se non con ricettari, quasi». Invece «i nostri contadini neanche si sono resi conto esattamente di quale avvelenamento stessero procurando». Non c'è da scherzare: «Non servono più dimostrazioni scientifiche per dire che i pesticidi sono assolutamente dannosi per la salute umana - sottolinea Agostino Di Ciaula, coordinatore del Comitato scientifico nazionale dell'Isde - e a farne le spese maggiori le pagano i bambini».
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