sabato 12 settembre 2020
Ricordato il gesto del ragazzo ucciso a calci e pugni a Colleferro dopo essere intervenuto per aiutare un amico. Presente anche il premier, anche lui con la camicia bianca come chiesto dai familiari
Il vescovo Parmeggiani: l'insegnamento di Willy non cada nell'oblio

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Un lungo applauso ha accolto l'ingresso del feretro di Willy Monteiro Duarte e della sua famiglia al campo sportivo di Paliano, in provincia di Frosinone, dove si stanno svolgendo i funerali del 21enne picchiato e ucciso a Colleferro. Subito dopo, c'è stato un minuto di silenzio.

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Centinaia le persone che da questa mattina si sono messe in fila per entrare. I parenti del ragazzo sono arrivati, in lacrime, a bordo di un'auto sulla quale è stata affissa una fotografia del giovane ucciso. Familiari, amici e la maggior parte dei presenti indossano maglie e camicie bianche, come richiesto dalla famiglia, in "segno di purezza e di gioventù". Moltissimi i ragazzi che indossano magliette con la scritta "Ciao Willy".

C'è anche il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, a Paliano per assistere, con il premier Giuseppe Conte, ai funerali di Willy, l'aiuto cuoco 21enne di origine capoverdiana ucciso a calci e pugni nella notte tra sabato e domenica a Colleferro.

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Le prime immagini da Paliano hanno mostrato il premier in camicia mentre raggiungeva a piedi l'ingresso del campo sportivo, fermandosi a salutare Lamorgese e personale delle forze dell'ordine. Le esequie si svolgeranno all'interno del campo sportivo di Paliano, dove è stato allestita una struttura per la cerimonia religiosa e dove sono state collocate, con debito distanziamento, le sedie per quanti vi assisteranno. Giornalisti, operatori tv e fotografi sono tenuti a distanza, telecamere all'esterno. Tra le altre autorità attese e già presenti, anche il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, oltre ad amministratori dei Comuni dell'area.

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"La morte ingiusta di Willy non cada nell'oblio, impariamo da lui"

Il rito funebre, tra le simboliche maglie bianche richieste dai familiari ai partecipanti, è celebrato dal vescovo di Tivoli e Palestrina Mauro Parmeggiani che ha ricordato il gesto di Willy, "l'aver perso la vita in quella forma grande che Gesù ci ha insegnato nel Vangelo: 'Non c’è amore più grande di questo: dare la vita per gli amici!'".

"Chiediamo a Dio anche la forza per saper un giorno perdonare chi ha compiuto l'irreparabile. Perdonare ma anche chiedendo che essi percorrano un cammino di rieducazione secondo quanto la giustizia vorrà disporre e in luoghi, come ad esempio le carceri, che devono essere sempre più ambienti di autentica riabilitazione dell'umano". Così ha voluto ricordare WIlly il vescovo di Tivoli e Palestrina nell'omelia dei funerali del ragazzo.

"Perché la morte barbara ed ingiusta di Willy non cada nell’oblio impegniamoci tutti – istituzioni, forze dell’ordine, uomini e donne della politica, della scuola, dello sport e del tempo libero, Chiesa, famiglie e quanti detengono le chiavi di un potere enorme: quello dei media ed in particolare dei media digitali – a comprometterci insieme, al di là di ogni interesse personale e senza volgere lo sguardo altrove fingendo di non vedere, - impegniamoci tutti, dicevo - a riallacciare un patto educativo a trecentosessanta gradi".
Alla fine delle esequie il premier Conte ha abbracciato la madre e il padre di Willy, Lucia e Armando, e la sorella Milena. "L'Italia è con voi, vi vuole bene", le sue parole. Il feretro del giovane è uscito dal campo sportivo tra gli applausi, salutato da un volo di palloncini. Sulla bara una corona di fiori bianchi.

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Conte: non minimizziamo questa efferata violenza

"Abbiamo seguito tutti questa vicenda di efferata violenza. Non possiamo minimizzarla né sottovalutarla. Non possiamo degradarla a singolo episodio. Dobbiamo guardarci in faccia e capire che ci sono alcune frange, alcune sacche sociali che coltivano la mitologia della violenza". Così si è espresso con i giornalisti il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte dopo il funerale di Willy Monteiro Duarte. "Dobbiamo mobilitarci tutti e a tutti i livelli, le famiglie, gli insegnanti, i politici i giornalisti - ha proseguito il premier - per un comune obiettivo: contrastare questa mitologia della violenza fino ad estinguerla e richiamare i valori e i principi su cui si fonda la nostra civiltà, il nostro vivere sociale". "Il principio primario - ha concluso - è il rispetto della persona, della sua dignità".

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