1 maggio 1996 - Algeria: in questa immagine d'archivio, priva di data, figurano sei dei sette monaci trappisti francesi di Tibhirine rapiti ed uccisi dai fondamentalisti islamici algerini. I corpi dei frati sono stati rinvenuti a pochi chilometri dalla città di Medea, a sud-ovest di Algeri - .
Chi erano i 19 beati d’Algeria? Perché la loro notorietà ha varcato le frontiere dell’Algeria e ha toccato molto le “corde” della laica Francia? Questa sera alle ore 20.30 è in programma un nuovo appuntamento con i webinar di Editrice missionaria italiana dedicati a “I testimoni ci pongono una domanda. Sei webinar con i martiri del nostro tempo”.
A interloquire e riflettere sull’eredità dei martiri d’Algeria saranno padre Thomas Georgeon, monaco trappista francese, postulatore della causa di beatificazione e autore del libro “La nostra vita non ci appartiene. La storia dei 19 martiri d’Algeria" (Emi), e padre Piero Masolo, attualmente vicedirettore dell’Ufficio missionario della diocesi di Milano e per diversi anni attivo in Algeria, nella capitale Algeri.
Beatificati a Orano nel 2018 e definiti “artigiani di pace e dialogo” da papa Francesco, i 19 martiri d’Algeria sono caduti tra il 1994 e il 1996, durante la guerra civile che - dal 1992 al 2001 - causò la morte di 100mila algerini, tra i quali un centinaio di giornalisti, intellettuali e imam che si battevano per la pacificazione e la nonviolenza. Tra i martiri cattolici, molto nota è la vicenda dei monaci di Tibhirine, uccisi nel 1996 - esattamente 25 anni fa vennero rapiti, era la notte del 26 marzo - grazie alla realizzazione del film Uomini di Dio, che nel 2010 vinse la Palma d’oro al Festival di Cannes.
Per partecipare al webinar, che è realizzato in media-partnership con Avvenire, basta iscriversi al sito www.emi.it/martiri con un’offerta libera.
