giovedì 23 settembre 2010
Ricerca Confartigianato: cresce la partecipazione. Ma al Sud è minore. l’Italia resta un modello per la Big Society, il progetto di grande società fondata sulla responsabilità e i valori solidali che il premier conservatore Cameron vorrebbe fondare nel Regno Unito.
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Come hanno affermato di recente gli studiosi inglesi, l’Italia resta un modello per la Big Society, il progetto di grande società fondata sulla responsabilità e i valori solidali che il premier conservatore Cameron vorrebbe fondare nel Regno Unito. Ma una ricerca di Confartigianato, che presentiamo in anteprima e che sarà illustrata al «Festival della Persona» di Arezzo in programma da oggi a sabato, ricorda che anche nella partecipazione il Belpaese viaggia a due velocità. Il Mezzogiorno annovera infatti solo un terzo del capitale sociale rispetto a Nord e Centro.Certo, i dati dell’associazione degli artigiani di ispirazione cristiana confermano che nonostante la crisi, il nostro Paese ha conservato un patrimonio unico di associazionismo, volontariato e solidarietà. Addirittura, nel 2009, l’anno nero, sono aumentati di mezzo milione gli offerenti. Ma, sempre secondo Confartigianato, le relazioni sociali sbocciano dove il tessuto è ricco di attività produttive e competitività, quindi fino a Roma. Mentre un fiume carsico inghiotte sia le piccole imprese artigiane quanto la partecipazione sotto Napoli. L’associazione ha calcolato un "indice di comunità" nazionale che rispecchia questa Italia spezzata. L’elaborazione è avvenuta considerando le persone che vivono grazie al lavoro di oggi e di ieri nell’artigianato. Si tratta di una fetta consistente della popolazione italiana, 13milioni e 400 mila cittadini, pari al 22%. Di queste, poco meno della metà, quasi sei milioni, lavorano o hanno lavorato nelle imprese artigiane e 7 milioni e 400 mila sono loro familiari. Per lo studio, la presenza nella società degli artigiani, dei loro dipendenti, degli ex imprenditori e dei collaboratori ora in pensione «ha favorito la trasmissione dei valori di laboriosità, creatività ed imprenditorialità». L’indice di comunità prende in esame la loro partecipazione alla vita sociale, associativa e culturale nelle diverse regioni. La classifica vede al primo posto la provincia autonoma di Trento con un indice pari a 722, seguita da Bolzano con 631, quindi l’Emilia-Romagna con 597, l’Umbria con 563, la Toscana con 555 e il Veneto con 534. Sul versante opposto troviamo le regioni del Mezzogiorno. Maglia nera è la Puglia, con l’indice al valore minimo di 235, preceduta dalla Sicilia con 274, dove, però, l’indicatore del volontariato segna una ripresa, dalla Calabria con 304, dal Molise con 350, dalla Campania con 377, dall’Abruzzo con 393.L’indagine spazia in altri campi e ribadisce ad esempio che nella Penisola, nel 2009, la percentuale di persone di 14 anni e più che ha svolto attività gratuita per associazioni di volontariato è al 9,2%, con una variazione positiva di 0,2 punti rispetto all’anno precedente. Anche la percentuale che nel 2009 ha versato soldi ad una associazione è pari al 16,7%, più 0,9 rispetto ad un anno prima. La crisi non ha ridotto la platea di offerenti, passata da 8.148.000 a 8.714.000 con un incremento di mezzo milione di donatori. La tenuta del volontariato nel 2009 è stata sostenuta da quattro regioni in cui si registrano incrementi superiori al punto percentuale sia nella popolazione che ha svolto attività gratuita sia in quella dei donatori. Sono Toscana , Marche, Lombardia e Sicilia, Anche qui due velocità, tre al centro-nord e una al sud.Tengono anche i dati nazionali sulla partecipazione. Nel 2009 si stima che quasi cinque milioni di italiani abbiano partecipato a riunioni in associazioni culturali, ricreative o di altro tipo e poco meno di un milione a riunioni in associazioni ecologiche, per i diritti civili e la pace. Inoltre in Italia vi sono circa 9 milioni di cittadini che versano soldi ad una associazione e quasi cinque milioni di volontari, Infine le relazioni, a buon livello ovunque . Sono 18 milioni e mezzo gli italiani che segnalano «alta soddisfazione» nelle relazioni familiari e oltre 13 milioni hanno una elevata soddisfazione in quelle amicali. Anche la comunità virtuale cresce: oltre 8 milioni e 200 mila utenti di internet "messaggiano" in chat, blog o forum di discussione on line e circa due milioni producono contenuti per la Rete, creando o gestendo blog. Non siamo più un popolo di santi, poeti e navigatori, ma siamo sempre appassionati comunicatori.
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