sabato 3 giugno 2023
Avi Marche: «Dalla Regione pochi finanziamenti e troppe carte». L'assessore: «Sono arrivati tardi i fondi dal ministero». Ma il problema è nazionale
Un disabile. Non solo barriere architettoniche ma anche burocratiche

Un disabile. Non solo barriere architettoniche ma anche burocratiche - Archivio

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Per una persona disabile un progetto di vita indipendente significa poter disporre della propria vita in autonomia, decidere cosa fare, quando uscire, a che ora andare a dormire. Azioni che, in situazioni di dipendenza dal nucleo familiare o dai centri residenziali, non è sempre possibile autodeterminare. E per raggiungere questo diritto sancito dalle Nazioni Unite, occorrono maggiori finanziamenti da parte dell’amministrazione pubblica, collaborazione con le associazioni del territorio, capacità di programmazione.

È questo l’appello che Avi (Associazione vita indipendente delle persone con disabilità) Marche, ha rivolto agli organi della sua Regione, in una critica che tocca disfunzionalità su scala nazionale.

Il progetto di vita indipendente si concretizza grazie all’assistente personale, che segue la persona disabile in tutte le attività della vita. Questa figura professionale, anche nelle Marche, è finanziata con fondi regionali e sono 380 le persone che ne beneficiano. Ma, spiega Avi Marche, il budget destinato di 13mila euro all’anno per ogni disabile è ancora insufficiente per chi ha bisogno di assistenza costante, perché basta a coprire solo 22 ore a settimana.

A chiarirlo è Marta Migliosi, operatrice e volontaria dell’associazione, a sua volta giovane disabile: «Nel mio caso occorrono 3mila euro al mese, con tre assistenti che ruotano 24 ore su 24». Sulla richiesta di maggiori finanziamenti, l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini ci ha risposto: «Dipende da cosa verrà previsto nella competenza 2024 del bilancio regionale. La nostra volontà è comunque di reperire risorse».

Su scala nazionale, il quadro è frastagliato. Si va dal Piemonte, dove la copertura per l’assistente personale arriva a 19mila euro l’anno, fino a situazioni prive di contributi regionali, come la Calabria.

C’è poi la linea di finanziamento dei progetti sperimentali ministeriali, che però, denuncia Avi, si rinnovano annualmente e restano ancora frammentari, preoccupando chi vi fa affidamento. Il loro rifinanziamento nelle Marche è arrivato solo questi giorni, con 338mila euro per ora attinti dalle casse regionali. Serviranno, fino al 31 dicembre, a cinque Ambiti territoriali sociali (Ats) per percorsi di cohousing, assistenza personale e domotica.

Il decreto ministeriale è stato approvato in tempi non utili per la programmazione regionale, ha spiegato l’assessore. Di qui, il mancato trasferimento delle risorse. «La costante incertezza è l’esito di un deficit di programmazione che si trascina da anni» commenta il presidente di Avi Marche, Angelo Larocca. Che aggiunge un’altra criticità: «Il ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha chiesto di unire i fondi Pnrr e Vita indipendente in un’unica progettualità. Ma ciò non è stato ancora fatto».

Su questo punto l’assessore Saltamartini risponde: «I fondi Pnrr per i Percorsi di autonomia per persone con disabilità sono gestiti direttamente dagli Ats, come pure quelli ministeriali relativi alla sperimentazione vita indipendente. È in capo agli Ats quindi la programmazione e gestione integrata dei due finanziamenti, anche prevedendo percorsi partecipati di programmazione con il Terzo settore».

Per districarsi in questa complessa burocrazia che rischia di scoraggiare chi ne ha bisogno, Avi Marche gestisce gli sportelli provinciali dell’Agenzia per la vita indipendente. «Abbiamo persone disabili che fanno da consulenti alla pari. Spieghiamo come si accede ai fondi, incrociamo domanda offerta di assistenti personali, informiamo affinché si acquisisca consapevolezza, per costruire ognuno un progetto di vita che risponde a diritti e desideri».

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