martedì 5 luglio 2016
​Il direttore dell'Agenzia per i diritti fondamentali: la crisi dei migranti è una grande emergenza, preoccupano le sparizioni di migliaia di bambini e le volenze sessuali.
O’Flaherty: «Abusi anche negli hotspot»
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«Malattie, violenze sessuali, sparizioni di migliaia di bambini... La crisi dei migranti è una grande emergenza, non solo per gli annegamenti in mare...». Da settembre 2015, l’irlandese Michael O’Flaherty è il direttore dell’Agenzia europea per i diritti fondamentali (Fra). Oggi è a Roma, dove presenterà il rapporto 2016 dell’Agenzia, del quale ha accettato di parlare con Avvenire.

 

L’Europa riesce a tutelare i diritti fondamentali dei migranti? Quali criticità avete riscontrato nei Paesi di maggior arrivo, come Italia e Grecia? Ognuno cerca di fare del suo meglio, voglio premetterlo, ma le cose accadono. Da violenze e abusi sulle donne alle malattie cutanee o respiratorie contratte da rifugiati, dopo lo sbarco. Il problema si verifica pure negli hotspot e va affrontato seriamente.

 

Lei ha visitato alcuni hotspot. Qual è la sua valutazione?Sono stato in Sicilia, a Trapani, e in Grecia. È una buona idea convogliare i servizi in un unico posto e c’è molta buona volontà. Ma è inaccettabile che un migrante sopravvissuto al mare contragga la polmonite in un centro. O che una donna vada a dormire indossando un pannolino, perché teme di essere violentata... Occorrono un’accurata assistenza medica, più esperti di protezione dei minori e più poliziotti esperti di violenze e stupri.

 

La preoccupa l’arrivo di migliaia di minori non accompagnati... Certo. Del milione di migranti giunto nel 2015, il 30-40% era di minore età, compresi molti non accompagnati. Finora non c’è sufficiente protezione dei minori sia negli hotspot sia in altre strutture. Abbiamo visitato un luogo, in un Paese Ue, dove 8 bambini su 10 ospitati erano scomparsi. Per Europol, 10mila minori non accompagnati sono missing , spariti sul suolo europeo, potenziali prede dei trafficanti o vittime di sfruttamento. Servono più risorse, non solo in denaro, ma in esperti da mettere in prima linea.

 

Da più parti s’invoca l’apertura di corridoi umanitari... Noi sollecitiamo percorsi legali per consentire l’arrivo in Europa senza finire in mano ai trafficanti. C’è già un ventaglio di strumenti: permessi umanitari, protezione temporanea, ricongiungimenti familiari e altro ancora.

 

L’accordo con la Turchia è stato utile? Quando fu firmato, l’Ue assicurò che avrebbe posto più attenzione nell’aprire 'percorsi legali': abbiamo bisogno di vedere più azioni in quella direzione. Il nostro compito è verificare il rispetto dei diritti umani, controllare i criteri per rispedire le persone in Turchia. Al momento, pochi vengono rimandati indietro: le autorità greche stanno lavorando con cura, identificando un alto numero di migranti qualificati per chiedere asilo.

 

C’è un aumento della xenofobia nell’Ue? Su migranti e rifugiati circolano troppi falsi miti: ogni musulmano è ritenuto un estremista, ogni straniero un violentatore. Non è così e bisogna perseguire crimini e discorsi nati dall’odio e favorire l’integrazione di chi arriva.

 

Il Parlamento europeo ha condannato più volte gli atti di violenza commessi in diverse nazioni contro i cristiani. Qual è il suo pensiero?Gli attacchi a comunità religiose di qualsiasi fede, dovunque avvengano, sono inaccettabili. Dobbiamo lavorare seriamente per proteggere il diritto di ognuno a professare la propria fede, garantito in tutte le convenzioni internazionali. 

 

 Un’ultima questione. Secondo la Convenzione di Oviedo e la Carta europea dei diritti fondamentali, il corpo umano non dev’essere fonte di profitto. A suo parere, la maternità surrogata è un contratto lesivo della dignità della donna e del nascituro? Non è una materia su cui stiamo lavorando. Ma la mia opinione personale è che ogni vita umana debba essere fondata sul principio di dignità umana. Non dovremmo mai compiere atti che sminuiscano la dignità umana o che 'oggettifichino' l’uomo. L’essere umano non deve mai essere una merce, un prodotto da vendere o comprare...

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