martedì 28 maggio 2013
​Oggi il voto per ratificare la Convenzione di Istanbul. «Via libera condizionato al rispetto della Costituzione». Il testo varato dal Consiglio d’Europa al centro del confronto in Parlamento. Ordini del giorno contro il tentativo di rimuovere la nozione naturale di «sesso».
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Il no unanime alla violenza sulle donne diventa un sì bipartisan di ratifica alla Convenzione di Istanbul. All’indomani dell’ultimo, raccapricciante caso di cronaca nera – che ha visto la quindicenne Fabiana Luzzi accoltellata e bruciata ancora viva dall’ex ragazzo – l’aula di Montecitorio ha discusso ieri sulla "Convenzione in materia di prevenzione e contrasto della violenza sulle donne", che il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa aveva approvato il 7 aprile 2011. Dopo la ratifica dei parlamenti di Turchia, Albania, Montenegro e Portogallo, si fa avanti l’Italia. Tutti d’accordo, anche se c’è chi – nel Pd e in Sel – prova ad allargare strumentalmente il tema alle violenze «di genere». O chi – come Galan del Pdl – ne approfitta per parlare di coppie gay. Mario Marazziti di Scelta civica annuncia che un ordine del giorno della Commissione Esteri – sottoscritto da Pd, Pdl e Scelta civica – oggi ribadirà l’aggancio costituzionale della ratifica. Con riferimento cioè alla nota verbale del governo Monti, con cui si annunciava una ratifica italiana ma nel rispetto dei principi della Costituzione, perché la definizione di genere della Convenzione approvata dal Consiglio d’Europa è ritenuta troppo ampia.Al dibattito sul Trattato, l’emiciclo di Montecitorio si presenta semideserto, complici certo il lunedì e gli scrutini delle amministrative. «Dispiace vedere un’aula così vuota», si rammarica la presidente della Camera Laura Boldrini, che invita i colleghi a un minuto di silenzio per l’omicidio di Corigliano: «Noi comunque continuiamo col nostro impegno e i nostri lavori», conclude, complimentandosi poi con la relatrice del Trattato, Mara Carfagna del Pdl.La procedura di ratifica oggi non prevede la possibilità di emendamenti o modifiche in alcun senso. Ma ieri qualche dichiarazione ha usato come piattaforma l’articolo 3 della stessa Convenzione, là dove si dichiara che la «violenza nei confronti delle donne» comprende «tutti gli atti di violenza fondati sul genere». Termine col quale, specifica il paragrafo C, «ci si riferisce a ruoli, comportamenti, attività e attributi socialmente costruiti che una determinata società considera appropriati per donne e uomini». E oggi con ogni probabilità il voto sui diversi ordini del giorno dei gruppi sarà occasione per piantare qualche bandiera ideologica. Sì al Trattato, ribadisce dunque l’ordine del giorno della Commissione esteri, ma restando in linea con i principi della Costituzione. «È sulla base di questa coerenza – chiarisce Paola Binetti di Scelta civica – che il Trattato va recepito e tradotto nella relativa normativa applicativa, evitando alcune ambiguità. Non si sentiva alcun bisogno di introdurre il concetto di genere in un trattato in cui al centro dell’attenzione c’è la donna in evidente e chiara contrapposizione con il maschio, vittima e aggressore». «La questione del riconoscimento dei diritti civili delle coppie gay – puntualizza dal canto suo Dorina Bianchi del Pdl – in merito alla quale il collega di partito Galan ha annunciato un ddl, non è assolutamente prioritaria, anzi è inopportuna per i costi sul welfare». Deborah Bergamini del Pdl invitato a procedere «in modo multipartisan lasciando da parte ideologie». Sull’omicidio di Fabiana, archetipo di tutte le violenze, Pia Locatelli del Misto invita a evitare definizioni quali «dramma della gelosia, si tratta di machismo criminale». Nel dibattito cerca spazio anche la grillina Carla Ruocco: polemizzando con Mara Carfagna, parla di «pagliacciata» quando l’ex ministro delle Pari opportunità «incita la tv a non strumetalizzare il corpo femminile». «La violenza sulle donne – è la replica della Carfagna – nasce anche dall’imbecillità dei preconcetti. Io ho prodotto provvedimenti che hanno dato risultati, voi vi siete occupati di scontrini e diarie».
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