venerdì 12 settembre 2014
​Il fotoracconto del docente 64enne lungo il Cammino di Compostela, compiuto in onore di don Gnocchi. «Mi ha insegnato la dignità sacra di ogni persona».
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Il Camino de Compostela non è mai una passeggiata, per nessuno. Meno che mai per chi, come Vincenzo Russo, professore universitario di 64 anni, lo ha compiuto in sedia a rotelle, portando con sé - era lo scopo del pellegrinaggio - una reliquia di don Carlo Gnocchi per il quinto anniversario della beatificazione -. Da Lourdes fino alla cattedrale dell'apostolo Giacomo - e poi fino a Finisterre, dove si è spinto Vincenzo - sono più di mille chilometri. Tra incognite da fatica e da meteo, comuni a tutti, e i contrattempi capitati Vincenzo, come quando l'impianto elettrico della carrozzina è andato in panne. Del pellegrinaggio, svolto dal 21 luglio al 16 agosto, l'ex allievo di don Gnocchi ha tenuto un diario scritto e fotografico. Eccone un riassunto: vincenzoarrivo.jpg(L'arrivo a Santiago)
Ecco, don Carlo, siamo arrivati ed è giunto il momento di separarci. Quello che potevo fare, ho cercato di farlo nel migliore dei modi. Non tutto forse è andato come speravo, però a Santiago ci siamo arrivati. Ti ho consegnato ai sacerdoti della maestosa cattedrale dedicata a Giacomo, apostolo e martire, e sono riuscito a far celebrare una Messa con la reliquia sull'altare, perché tutti i pellegrini presenti ti potessero pregare. Prima di salutarci, permettimi però di dirti due parole. Lo sai da sempre, non sono un campione di fede, però in te ho sempre creduto. image514.jpgSono tempi difficili, siamo tutti attanagliati dalla crisi e anche la tua "baracca" ha bisogno di aiuto e sostegno. Non solo materiale, o meglio a quello ci stanno lavorando con impegno i vari responsabili. Quella che non va perduta è l'anima della Fondazione, quella visione profetica che tu hai praticato senza timori e tentennamenti. Tu parlavi in tempi amari e miseri di "dolore innocente". Solo un visionario, un profeta poteva farlo. Fa' che continui sempre ad essere così: i conti sono importanti, ma mai potranno condensare l'essenza del tuo lascito: la dignità sacra di ogni persona umana. Per quanto mi riguarda, è per questo che ti ho portato fin qui.

(Selfie con Lauro, che ha aiutato Vincenzo in un tratto difficoltoso)Ora, come stabilito, tu tornerai all’Hospital San Nicolas de Puente Fitero - gestito dalla Confraternita di San Jacopo di Compostella - luogo di passaggio e di ospitalità a migliaia di italiani, e non solo, che affrontano il cammino. Io, prima di tornare a Milano, voglio proseguire, da solo, verso l'oceano. Sono un centinaio di chilometri ancora, fino a Finisterre: voglio dormire una notte davanti all'oceano.

(A Carrion con il sindaco del borgo medievale)Lo so, sembra una cosa a metà tra il puntiglioso capriccio di un bambino e l'avido desiderio di un vecchio. Una follia, come folle è stata l'idea di questi 800 chilometri insieme. Quella follia che tu hai chiamato rispetto per gli ultimi, dignità, civiltà. E che ancora oggi vorrei si chiamasse amore. È la follia del santi.Ciao e grazie,tuo Vincenzo.

imageselfie2.jpg (Selfie con Anna, un'altra pellegrina, tra Burgos e Hornillos del Camino)
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