venerdì 12 novembre 2021
Nella notte le vie della periferia est della Capitale sono state riempite di immondizia. L'assessore Capitolino Alfonsi: «Atto criminale ingiustificabile e intollerabile». Avviate indagini
Una delle strade riempite di rifiuti da incappucciati la notte scorsa

Una delle strade riempite di rifiuti da incappucciati la notte scorsa - Fotogramma

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Appena qualche giorno prima era stata avviata la pulizia straordinaria delle strade, cavallo di battaglia del neo sindaco Roberto Gualtieri. Ma questa mattina i residenti del quartiere prenestino-collatino (periferia est della città), in particolare quelli che vivono nelle strade adiacenti Villa Gordiani, si sono risvegliati di nuovo con cassonetti pieni e strade invase dai sacchetti di spazzatura. La notte precedente, infatti, alcuni uomini incappucciati hanno riversato per le vie rifiuti e oggetti di ogni genere. Sull'accaduto ora stanno indagando i vigili urbani e molte squadre di Ama, la municipalizzata per la gestione dei rifiuti, da questa mattina stanno procedendo a liberare il quartiere da quello che l'assessore capitolino ai rifiuti Sabrina Alfonsi definisce «un atto criminale» condotto da «vandali». Ciò che è accaduto tra via Cherso e via Pisino, prosegue l'assessore, è stato «uno scempio», «un atto criminale,
ingiustificabile e intollerabile per il quale i responsabili pagheranno». Ma l'assessore promette: «Renderemo Roma autonoma nella chiusura del ciclo dei rifiuti e, grazie anche all'irripetibile occasione offerta del Pnrr, la riporteremo al livello europeo che le spetta. Chi adesso in maniera vergognosa sta soffiando sul fuoco se ne faccia una ragione».

Parole che si aggiungono a quelle di sdegno del presidente del Municipio Roma V Mauro Caliste e l'assessore alla Transizione ecologica Edoardo Annucci, che hanno bollato l'accaduto come «un vero atto squadrista che consideriamo vergognoso». Anche perché, aggiungono, «non favorisce, in alcun modo, la risoluzione del problema. Non è la prima volta che si specula su delle problematiche e ciò non possiamo permetterlo».


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