mercoledì 18 giugno 2014
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Per Lara Comi (di Fi), quella del 25 maggio è stata una riconferma, con oltre 80mila preferenze. Fra le prime firmatarie del documento pro-famiglia, promette battaglia, ora da vicepresidente, più giovane dei 10, del gruppo Ppe. È stata anche vicepresidente della Commissione Mercato Interno. Che insidie vede per la famiglia? La maggiore scaturisce dal rapporto Lunacek. Approvato a larga maggioranza con l’idea di lottare le discriminazioni, di fatto mette le basi per minare l’unità della famiglia e crea le premesse per introdurre in tutta l’Unione i matrimoni gay. Che cosa potrà accadere ora? Si dovrà vigilare emendamento pre emendamento, su ogni argomento, a partire da temi come adozione, convivenze, diritti ereditari, ma anche su temi che si occupano di tutt’altro si tenterà di introdurre passi in questa direzione. Sul terreno socio-economico, sarà possibile introdurre in positivo una legislazione più favorevole? Si tratta di materie demandate in gran parte all’autonomia degli Stati membri, ma ci sono tante misure che possono essere sollecitate o incentivate al legislatore nazionale per combattere la crisi a partire dalle famiglie numerose, per favorire la conciliazione famiglia-lavoro e lottare la denatalità che affligge il Continente. Che spazi vede per difendere la famiglia a Strasburgo? Purtroppo chi si schiera con chiarezza in sua difesa rischia di essere additato, è accaduto anche a me in questa campagna elettorale. Tuttavia gli spazi ci sono, basta usare la ragione più dell’ideologia.
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