giovedì 10 dicembre 2015
La Giunta Maroni modifica il regolamento: divieto di ingresso per chi ha il viso coperto. Il ministro Orlando: esiste già una legge, inventarsene di nuove è propaganda.
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Divieto di ingresso «a volto coperto» negli ospedali e negli edifici pubblici lombardi: è quanto si legge nella delibera approvata ieri dalla Regione che fa riferimento al Testo unico di Pubblica sicurezza. Entro il prossimo 31 dicembre, gli ospedali pubblici lombardi e, in generale, le strutture regionali dovranno adottare gli atti dirigenziali necessari per applicare la delibera della Regione Lombardia sul divieto di accesso con volto coperto, e che di conseguenza vieta anche l’ingresso con veli islamici integrali come burqa e niqab. Anche se non c’è nessun riferimento esplicito al burqa (come pure a caschi o passamontagna). «Esiste una legge nazionale in tal senso, noi abbiamo adeguato il nostro regolamento», ha commentato il governatore Roberto Maroni, aggiundendo che così è stata «colmata una lacuna» per l’aver inserito il richiamo alle strutture regionali. Le perplessità, però, non sono mancate. Per il prefetto di Milano, Alessandro Marangoni, «la religione non deve essere confusa con la sicurezza. È comunque un problema che verrà trattato nelle sedi opportune e che hanno titolo a esprimersi in questo senso». E mentre il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha ricordato l’esistenza di una legge nazionale - «non si avverte l’esigenza di inventarsene di nuove, che appaiono di sapore simbolico-propagandistico» - sul tema sono intervenuti altri governatori. Per Giovanni Toti (Liguria) il provvedimento della giunta Maroni «va nella giusta direzione», mentre Catiuscia Marini ha ricordato che in Umbria si è lavorato con lo spirito opposto a quello della Lombardia: «abbiamo strutturato i servizi sanitari affinché si tenga conto delle donne che hanno culture e religioni diverse dalla nostra».
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