mercoledì 24 ottobre 2018
Disco verde alla Camera, ora il testo passa al Senato. «Battaglia di civiltà per i più deboli», esulta la relatrice Calabria (Fi). Morgano (Fism): «A rischio il patto scuola-famiglia»
Un asilo

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Via libera dalla Camera alla proposta di legge sulla videosorveglianza negli asili e nelle case di riposo per anziani e disabili. I voti a favore sono stati 404, gli astenuti 110, non ci sono stati voti contrari. Superato anche lo scoglio dello stanziamento di 5 milioni all’anno, per tre anni, per sperimentare le misure introdotte dalle legge e formare il personale di asili e case di riposo, il provvedimento passa ora all’esame del Senato. «Si tratta di una battaglia di civiltà e di una assunzione di responsabilità, nella certezza che la libertà e la centralità della persona siano i fondamenti di una democrazia realmente compiuta», esulta Annagrazia Calabria (Forza Italia), prima firmataria della proposta di legge. Contrario alla nuova legge si è, invece, dichiarato il deputato di Civica Popolare, Gabriele Toccafondi: «Mettere le telecamere è una risposta costosissima e impraticabile che non aiuta e non risolve i problemi di sicurezza. Meglio, molto meglio lavorare ed investire su formazione, selezione, controlli»

Anche per gli addetti ai lavori, il contrasto dei maltrattamenti non si ottiene con le telecamere. «Siamo fermamente contrari», sbotta Luigi Morgano, segretario della Fism, la Federazione delle scuole materne non statali. «La scuola dell’infanzia ha un compito prettamente educativo – sottolinea – e si fonda sul rapporto di fiducia con le famiglie. Un’alleanza educativa che, questa misura, rischia di compromettere». Sul pericolo di «mettere in discussione la relazione educativa ricca di valore e di spontaneità», interviene anche la segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi. Che aggiunge: «Chi si rende responsabile di comportamenti incompatibili col profilo di educatore va allontanato dalla scuola, ma non si adottino sistemi da grande fratello, è un rimedio peggiore del male. Casi che restano comunque molto limitati non giustificano un clima di generale diffidenza verso la scuola. Non facciamo di insegnanti e alunni una comunità di sorvegliati speciali». Anche per il medico specializzato nel burnout degli insegnanti, Vittorio Lodolo d’Oria, «l’incolumità dell’utenza non passa attraverso le telecamere ma dalla tutela della salute dei docenti». L’esperto ricorda anche che, «nell’80% dei casi, le inidoneità all’insegnamento certificate dalle commissioni mediche hanno una diagnosi psichiatrica», ben «cinque volte tanto rispetto alle disfonie e alle laringiti».

I PUNTI PRINCIPALI


Le ispezioni
La proposta di legge prevede un piano straordinario di ispezioni per il triennio 2018-2020 su tutte le strutture interessate dal provvedimento, siano esse gestite direttamente dalle aziende sanitarie locali ovvero convenzionate o meno con il Servizio sanitario nazionale, in aggiunta all’ordinaria attività di vigilanza e controllo. L’attuazione del piano straordinario, finalizzata a migliorare la qualità complessiva di detti servizi, è compito del Ministro della salute, d’intesa con diversi altri soggetti.

La formazione
Entro un anno dall’entrata in vigore della legge, il Governo dovrà adottare un decreto legislativo in materia di formazione e valutazione dei requisiti di carattere attitudinale nell’accesso alle professioni educative e di cura, in aggiunta all’idoneità professionale. Inoltre, da parte dei Ministeri della Salute e del Lavoro, saranno definite linee guida per favorire le modalità di accesso nelle strutture residenziali per anziani, garantendo il più possibile le visite agli ospiti ricoverati.

I limiti
L’accesso alle videoregistrazioni è vietato, ma le immagini dovranno essere messe a disposizione della polizia giudiziaria e del pubblico ministero, come prova nel processo. Per procedere all’installazione dei sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso è inoltre necessario il raggiungimento del previo accordo collettivo stipulato dalle rappresentanze sindacali. Specifiche sanzioni amministrative e penali sono previste per la violazione delle disposizioni previste dalla legge e di quanto stabilito dal Garante della privacy.

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