venerdì 23 luglio 2010
Se ci sono sacerdoti gay, «coerenza vorrebbe che venissero allo scoperto», perché «nessuno li costringe a rimanere preti». Lo afferma il Vicariato di Roma in una nota diffusa a seguito dell'articolo di Panorama su alcuni preti che condurrebbero una "doppia vita", frequentando locali di ritrovo degli omosessuali. Il Vicariato accusa l'articolo di scandalismo e di voler screditare la Chiesa.
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Pubblichiamo il comunicato del Vicariato di Roma a proposito dell'articolo pubblicato su Panorama di oggi, venerdì 23 luglio, dal titolo “Le notti brave dei preti gay”.IL COMUNICATO: «L’estensore del servizio afferma di aver frequentato alcuni sacerdoti gay e di aver documentato i loro comportamenti con una telecamera nascosta. La finalità dell’articolo è evidente: creare lo scandalo. La rivista Panorama nel numero di oggi, venerdì 23 luglio, pubblica un lungo articolo dal titolo “Le notti brave dei preti gay”. L’estensore del servizio afferma di aver frequentato alcuni sacerdoti gay e di aver documentato i loro comportamenti con una telecamera nascosta. La finalità dell’articolo è evidente: creare lo scandalo, diffamare tutti i sacerdoti, sulla base della dichiarazione di uno degli intervistati secondo il quale "il 98 per cento dei sacerdoti che conosce è omosessuale", screditare la Chiesa; e - per altro verso - fare pressione contro quella parte della Chiesa da loro definita "intransigente, che si sforza di non guardare la realtà" dei preti omosessuali. I fatti raccontati non possono non suscitare dolore e sconcerto nella comunità ecclesiale di Roma, che conosce da vicino i suoi sacerdoti non dalla “doppia vita”, ma con una “vita sola”, felice e gioiosa, coerente alla vocazione, donata a Dio e a servizio della gente, impegnata a vivere e testimoniare il Vangelo e modello di moralità per tutti. Questi sono gli oltre 1.300 sacerdoti delle 336 nostre parrocchie, degli oratori, delle molteplici opere di carità, degli istituti di vita consacrata e delle altre realtà ecclesiali operanti nelle università, nel mondo della cultura, negli ospedali e sulle frontiere della povertà e del degrado umano, non solo nella nostra città ma anche in terre lontane e in condizioni assai disagiate. Chi conosce la Chiesa di Roma - dove vivono anche molte centinaia di altri preti provenienti da tutto il mondo per studiare nelle università, ma che non sono del clero romano né impegnati nella pastorale - non si ritrova minimamente nel comportamento di costoro dalla “doppia vita”, che non hanno capito che cosa è il “sacerdozio cattolico” e non dovevano diventare preti. Sappiano che nessuno li costringe a rimanere preti, sfruttandone solo i benefici. Coerenza vorrebbe che venissero allo scoperto. Non vogliamo loro del male ma non possiamo accettare che a causa dei loro comportamenti sia infangata la onorabilità di tutti gli altri. Dinanzi a simili fatti aderiamo con convinzione a ciò che il Santo Padre Benedetto XVI ha ripetuto più volte negli ultimi mesi: «i peccati dei sacerdoti» ci richiamano tutti alla conversione del cuore e della vita e ad essere vigilanti a non «inquinare la fede e la vita cristiana, intaccando l’integrità della Chiesa, indebolendo la sua capacità di profezia e di testimonianza, appannando la bellezza del suo volto». Questo Vicariato è impegnato a perseguire con rigore, secondo le norme della Chiesa, ogni comportamento indegno della vita sacerdotale».
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