mercoledì 12 luglio 2017
Un abitante di Ercolano: non dormiamo da sette notti. Focolai in varie zone d'Italia, soprattutto al Sud. A Lipari, nella notte, abitanti svegliati con le sirene.
Vesuvio in fiamme
COMMENTA E CONDIVIDI

Non cessa l'allarme incendi. In Campania a preoccupare di più sono le fiamme sul Vesuvio. Trecento uomini e tre Canadair del Dipartimento nazionale sono in azione in particolare nella cinta bassa, tra Ercolano e Torre del Greco. Attivata la sala operativa mobile pronta a spostarsi sulla base delle necessità. "Sono sette notti che qui non si dome - racconta un residente della zona alta di San Vito, nel comune di Ercolano - si vedono i focolai di incendi e arriva il fumo dentro le case anche se sono chiuse. Qui la situazione è drammatica". In azione, sulle diverse zone della Campania anche cinque elicotteri regionali che, questa mattina sono stati impegnati in un intervento tempestivo a Ischia. Segnalati diversi roghi anche a Positano e in provincia di Salerno.

Intanto la Procura di Torre Annunziata ha aperto un fascicolo di inchiesta sui roghi che stanno interessando in queste ore l'area del Vesuvio e diversi comuni della provincia di Napoli. L'accusa è di incendio doloso, per ora a carico di ignoti.

A Lipari, nella notte, abitanti svegliati dalle sirene

E' stato domato dopo nove ore il rogo che si è sviluppato sull'isola di Lipari. Vigili del fuoco, forestale e carabinieri hanno allertato la popolazione, con le sirene, nel cuore della notte per le fiamme che lambivano le abitazioni. I residenti, nelle loro case, non si erano accorti di nulla. I danni sono ingenti: tre chilometri di macchia mediterranea ridotti in cenere, lambite villette e residence, distrutti vigneti e orti, e alcuni pali della luce. Le indagini dei Carabinieri hanno accertato che anche questo incendio, il decimo che si è sviluppato sull'isola in queste ultime settimane, sarebbe di origine dolosa.

Duemila ettari distrutti nel messinese

Duemila ettari di uliveti e vigneti distrutti dal fuoco nella zona del messinese. Danni incalcolabili all'economia locale. Incendiati ettari di pineta, devastato uno dei polmoni verdi più suggestivi e importanti dell'Isola. È la denuncia di Coldiretti Sicilia: «Quello che sta succedendo è il disastro più grave degli ultimi anni, un vero e proprio olocausto della biodiversità». Sui monti di Messina stamane hanno ripreso vigore le fiamme e la devastazione. Il fuoco «sta provocando una catastrofe. Qui siamo in presenza di un vero e proprio piano criminale che va fermato anche con l'Esercito». «Chiediamo interventi massicci di controllo nelle aree a rischio e tolleranza zero nei confronti dei piromani che stanno mettendo in ginocchio un'intera regione», commenta il presidente Coldiretti Sicilia, Francesco Ferreri. E aggiunge: «Paghiamo lo scotto della mancanza di una politica di prevenzione che deve essere fatta
d'inverno e non quando la tragedia è in corso».

Canadair in azione sul Gargano

A dieci anni dal devastante incendio di Peschici (Foggia), che provocò due morti, oltre a danni ingentissimi all'ecosistema della Foresta Umbra, le fiamme sono tornate a bruciare il Gargano. Da diverse ore alcune squadre di vigili del fuoco sono impegnate, anche con l'ausilio di Canadair, a spegnere incendi che si sono sviluppati in alcune zone del parco naturale. Già dal tardo pomeriggio di ieri le fiamme hanno interessato la zona di Carpino e in serata sembrava che la situazione fosse sotto controllo, ma a causa delle alte temperature e del forte vento, il fuoco si è propagato su altre zone del promontorio garganico, a Cagnano Varano e Mattinata. Squadre di vigili del fuoco, carabinieri forestali e volontari della protezione civile sono impegnate nelle operazioni di spegnimento, ma decine di ettari di bosco e macchia mediterranea sono già andate distrutte.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI