lunedì 25 ottobre 2010
COMMENTA E CONDIVIDI
«Desidero rinnovare la mia profonda e sofferta solidarietà con i Comuni di Terzigno, Boscoreale e di tutti quelli della fascia vesuviana e del Parco del Vesuvio per il cumulo di immondizie che ci umilia, ammorba, rende l’aria irrespirabile, avvelena e corrompe le acque e le sorgenti, avvelena i frutti della terra e vanifica il lavoro delle mani dell’uomo»; lo ha dichiarato mons. Carlo Liberati, arcivescovo prelato di Pompei, in merito all’emergenza rifiuti e alle proteste degli abitanti di Terzigno e dei paesi vesuviani che si stanno svolgendo in questi giorni contro l’idea di una seconda discarica. «Il Santo Padre stesso – ha proseguito il presule – è intervenuto e ha affermato che ci vuole "una soluzione condivisa". Noi lo dicemmo già il 3 ottobre scorso, giorno della Supplica. Sono lieto che anche il card. Sepe sia intervenuto contro questo scempio». Anche Pompei, ha ricordato mons. Liberati, «è piena di rifiuti. Il governo siamo tutti noi: la colpa è di tutti, anche nostra. Come l’inquinamento del fiume Sarno che tra poco sarà insopportabile e umilierà anche il Santuario di Pompei». L'APPELLO DEL VESCOVO DI NOLA"No alla violenza, continuare sulla strada di un’intesa". È l’appello lanciato stamattina dal vescovo di Nola, mons. Beniamino Depalma, in occasione dell’incontro, presso il palazzo episcopale, con i sacerdoti di Boscoreale, Terzigno, Scafati, Torre Annunziata, San Giuseppe Vesuviano e Ottaviano, per un confronto in merito alla questione-discarica nel Parco nazionale del Vesuvio. Il vescovo e i sacerdoti hanno rinnovato la loro solidarietà alle "persone perbene" che protestano perché vedono ormai a rischio la propria salute e lo sviluppo del territorio. Si sono inoltre confrontati sulle cause e sulle possibile conseguenze della crisi dei rifiuti tuttora in corso. Hanno anche avviato una meditazione sul contributo che la Chiesa può dare per formare le coscienze alla tutela e alla salvaguardia del Creato.Al termine dell’incontro, hanno deciso di inviare un duplice appello. Innanzitutto, "la Chiesa di Nola chiede l’immediato stop di ogni azione di protesta violenta e pericolosa. La violenza non risolve ma acuisce il problema. Occorre agire per isolare e bloccare chi assume condotte illegali, e in particolare coloro che, attraverso raid organizzati, perseguono interessi diversi rispetto ai nobili fini per cui lotta la parte sana della popolazione". In secondo luogo, "la Chiesa di Nola invita gli amministratori locali e le istituzioni coinvolte a perseguire l’obiettivo di un’intesa. I sei punti dell’accordo di cui si è discusso in questi giorni rappresentano una base di partenza da non abbandonare. Su questi punti si può e si deve profondere un surplus di riflessione, buonsenso e approfondimento, da coniugare in modo saggio con i tempi brevi che l’attuale crisi richiede". La Chiesa "non ha soluzioni tecniche e non si presta ad alcuna forma di strumentalizzazione culturale e politica. Può solo dire con voce chiara e forte che non è giusto scaricare sulla salute dei cittadini decenni di cattiva gestione politica, né tantomeno può essere la gente comune a pagare il conto salato di emergenze che si rincorrono senza adeguate soluzioni di medio periodo".
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: