sabato 23 ottobre 2010
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La Chiesa di Nola è molto preoccupata per quanto sta accadendo a Boscoreale e Terzigno e giudica «inopportuna e improvvisa» la notizia dell’apertura della seconda discarica. Il vescovo monsignor Beniamino Depalma nei giorni scorsi aveva già lanciato il suo appello alle istituzioni perché ascoltassero «il grido di dolore di quanti vogliono difendere la qualità della propria vita» e aveva guidato le veglie di preghiera con le popolazioni del vesuviano in piazza Pace a Boscoreale: «la gente vesuviana vuole solo avere il diritto a respirare aria salubre per poter vivere una vita normale». Ora invita tutti i cittadini «alla calma, alla ragionevolezza ed alla non violenza» e gli amministratori locali a «non svendere la nostra terra». Attraverso il direttore dell’ufficio per i Problemi sociali e il lavoro don Aniello Tortora, il vescovo ha poi espresso la vicinanza della diocesi e alle popolazioni vesuviane, «che stanno vivendo momenti terribili e drammatici» si legge nella nota diffusa ieri pomeriggio e significativamente intitolata ’Custodire il Creato per coltivare la Pace’. «È giusta la protesta - sottolinea don Aniello - ma come è stato fatto finora da gente onesta e pacifica, bisogna far sentire la propria voce senza ricorrere alla violenza e nei limiti nella legalità». Nello stesso tempo la Chiesa di Nola lancia un ulteriore appello alle Istituzioni, affinché «prestino ascolto alle validissime ragioni della gente vesuviana. L’apertura di un’altra discarica sarebbe provocare la morte definitiva di un territorio dove va rilanciato con forza lo sviluppo, il lavoro, il turismo. La legge è per l’uomo e non l’uomo per la legge», ribadisce la nota. Dalla diocesi, «da noi cristiani» sottolinea monsignor Depalma, giunge un appello anche agli amministratori locali: «Con forza vi supplichiamo, non svendete la nostra terra. Non ci sono soldi o compensazioni ambientali che giustificano la compravendita di un territorio. Meglio poveri e dignitosi, che sudditi e destinati a vivere di veleni. A nessuno è lecito, lo gridiamo in nome di Dio, comprare la dignità di un popolo, neanche per salvare l’immagine o per scopi di propaganda elettorale. Tutti abbiamo un dovere gravissimo: consegnare la terra alle nuove generazioni in uno stato tale che anch’esse possano degnamente abitarla e ulteriormente coltivarla». La nota si chiude con un saluto di pace: «Shalom! Il nostro popolo vuole solo vivere in pace. Ma non esiste pace senza giustizia».
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