martedì 5 novembre 2019
Moira Piermarini, 30 anni, è stata trovata senza vita lunedì mattina. Monsignor Giusti: «Non è democrazia permettere a centinaia di giovani, di figli nostri, di farsi del male e addirittura di morire»
Un rave party (archivio Ap)

Un rave party (archivio Ap)

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Sono ore di indagini febbrili da parte degli uomini della squadra mobile di Livorno, coordinati dal pm Niccolò Volpe, per ricostruire cosa è accaduto a Moira Piermarini, la trentenne di Pisa, figlia di un loro collega in pensione, trovata priva di vita lunedì mattina nella zona industriale di Stagno, nella periferia a nord di Livorno, in un'auto bianca parcheggiata dietro un capannone nell'area della ex fabbrica Trw, dove da venerdì a domenica scorsi si è tenuto un rave party al quale hanno preso parte centinaia di giovani arrivati da tutta Italia. La procura ha aperto un fascicolo, al momento a carico di ignoti, per le ipotesi di reato di morte come conseguenza di altro reato e spaccio di stupefacenti. Il corpo della giovane è stato trasferito all'istituto di medicina legale a Pisa dove sarà eseguita l'autopsia e verranno effettuati anche esami tossicologici per verificare l'ipotesi investigativa al momento più accreditata, cioè che la trentenne sia morta per un malore causato da sostanze stupefacenti.

Il vescovo di Livorno, monsignor Simone Giusti, riflette su questa giovane vita spezzata, con una lettera aperta che intende sollecitare un dibattito. Chi vuole partecipare e dire la propria opinione, può scrivere a lasettimanalivorno@tiscali.it

"Quanti giovani devono ancora morire perché ci sia una presa di coscienza che questo modello di sviluppo, questo modello di società, questo tipo di società consumistica ed edonistica è sbagliato? Non è democrazia permettere a centinaia di giovani, di figli nostri, di farsi del male e addirittura di morire.

Per ogni giovane che muore c’è una mamma e un padre disperati!

Quanta sofferenza!

Quanti giovani devono ancora perdere la vita il sabato notte sulle strade o in parcheggio per una overdose, prima di un radicale cambiamento culturale, politico, legislativo?

Siamo dinanzi a una democrazia impazzita che per non dire no al male, in questo caso alla droga, permette che tanti giovani diventino schiavi della droga stessa. Qui non si tratta tanto di rispetto delle libertà individuali, ma di una scelta fra il bene e il male. O la democrazia ha una bussola morale nei valori fondativi della nostra Costituzione o implode, divenendo divoratrice dei suoi figli.

È la cruda manifestazione di una democrazia liberale che, perso l’ancoraggio alla legge naturale e al bene comune, rotea pericolosamente in balia dell’individualismo, lascia mietere continuamente vittime con il rischio concreto purtroppo di andare lei stessa a sbattere. La storia del XX secolo c’è lo ricorda: la democrazia non è data per sempre ma va preservata e anzi riaffermata, meritata giorno dopo giorno.

Urge cambiare per rafforzare la democrazia".

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