mercoledì 21 agosto 2013
Duro faccia a faccia tra il vicepremier, che ha chiarito che «non condivide» che il Pd non consideri la logica della non decadenza di Berlusconi per l'irretroattività della legge Severino. Mentre il premier considera «inaccettabile» che si sovrappongano due livelli differenti: da un lato l'azione di governo e dall'altro una questione che attiene al Senato e che deve trovare una soluzione in termini giuridici e non politici.
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Nulla di fatto. L'incontro tra Enrico Letta e Angelino Alfano non è servito a trovare una via d'uscita all'impasse sul voto in Senato sulla decadenza di Silvio Berlusconi. Nel colloquio, due ore dalle 19 alle 21, il confronto è stato duro. Alfano ha chiarito che "non condivide" che il Partito democratico non consideri la logica della non decadenza di Berlusconi per l'irretroattività della legge Severino. E ha avvertito che sarà impossibile per il Pdl restare in una coalizione in cui l'altro socio di maggioranza fa decadere il suo leader per un atteggiamento pregiudiziale. La richiesta, ribadita, è di un approfondimento e e che si tenga conto del parere di illustri giuristi che esprimono dubbi sulla retroattività della norma Severino. Il Pdl non vuole far cadere il Governo che ha fortemente voluto. Angelino Alfano lo ha assicurato, a quanto riferito da fonti del Pdl, nel corso dell'incontro con Enrico Letta a Palazzo Chigi. Tuttavia, ha chiarito il segretario del Pdl, a questo fine non va bene l'atteggiamento pregiudiziale del Pd sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore.Altrettanto irremovibile Letta. Il premier considera "inaccettabile" che si sovrappongano due livelli differenti: da un lato l'azione di governo e dall'altro una questione che attiene al Senato e che deve trovare una soluzione in termini giuridici e non politici. Tutto questo, quando invece il governo potrebbe trovare un punto di sintesi sull'Imu e sull'Iva, due nodi centrali per il Pdl. Già al cdm del 28 agosto potrebbero esservi soluzioni positive, è stato riferito.

LETTA A VIENNA: CRISI SAREBBE PARADOSSALESarebbe ''paradossale'' avvitarsi in ''questioni interne'' ora che ''la terra promessa'' della ripresa è così vicina. Il premier Enrico Letta, da Vienna, continua a ripetere che l'unica via di uscita dalla crisi è la ''stabilità'' di governo e cerca di allontanare le nubi di una crisi, questa volta politica, appellandosi alla responsabilità e lungimiranza di tutti e dicendosi certo che ''le difficoltà siano superabili''. E trova immediata sponda nel cancelliere Austriaco Werner Faymann che senza troppi giri di parole risponde così a una domanda su Berlusconi: ''L'ho conosciuto e non ho mai pensato che sia un garante della stabilità, per cui sono contento di aver incontrato il presidente Letta che sta andando nella giusta direzione''. Come dire, anche i Paesi virtuosi d'Europa puntano sull'stabilità dell'Italia.

Anche perché, ha ricordato Letta in conferenza stampa, le sfide da affrontare per lasciarsi alle spalle la crisi economica sono molte, a partire dalla lotta alla disoccupazione, che sarà ''il cuore del semestre di presidenza italiana'' a Bruxelles, insieme all'unione bancaria che, ha sottolineato il premier, ''se fosse esistita tre anni fa e fosse stata già funzionante'' ci avrebbe fatto ''evitare di spendere in Europa decine di miliardi di euro che avremmo potuto utilizzare in altro modo''. Ma il problema principale da risolvere, per ottenere questi risultati, ora e' in casa. ''Penso che il nostro Paese - ha detto Letta rispondendo ad una domanda sulla tenuta del governo - abbia davanti grandissopportunità, confido nella responsabilità e nella lungimiranza di tutti, sarebbe paradossale se ora, dopo che l'Italia ha tenuto duro nei momenti piu' difficili della crisi'', finissimo per avvitarci su questioni di politica interna''.

Brunetta, soluzione Cav-Governo prima della Giunta"Grande determinazione per rilanciare l'azione del Governo, ma altrettanta determinazione nel risolvere il problema democratico su Berlusconi, il tutto prima della riunione della Giunta per le elezioni al Senato". Lo ha detto Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera dei deputati, ai microfoni del Tg1. Dopo il velenoso 'cinguettio' di ieri diretto alle 'colombe' del Pdl, Daniela Santanchè torna a punzecchiare su Twitter. "Una cosa è certa. Gasparri non morirà mai di troppo lavoro", scrive la deputata Pdl facendo probabile riferimento ad una battuta di Maurizio Gasparri riportata oggi dalla stampa. "Morire per Berlusconi sì, ma per il Twiga no", erano state le parole con cui il senatore si riferiva al celebre stabilimento della Versilia che vede proprio nella Santanche' una delle sue più celebri frequentatrici

Moretti, '30 senatori M5S pronti a nuova maggioranza''Se davvero il Pdl dovesse decidere di staccare la spina a Letta facendo prevalere gli interessi personali di Berlusconi su quelli del Paese'', in Parlamento sarebbe possibile un'altra maggioranza. Ne è convinta la deputata del Pd Alessandra Moretti, secondo cui le sponde restano due: i grillini e le colombe del Pdl. Intervistata da Repubblica, Moretti spiega che tra gli eletti dei Cinquestelle ''qualcuno potrebbe cambiare idea, in numero sufficiente per dar vita a una nuova maggioranza''. Al Senato sarebbero ''una trentina su circa 50. E non dimentichiamoci di Sel, anche da lì potrebbe arrivare un aiuto. Per non parlare, ovviamente, di Scelta civica''. Ipotizzando che il Pdl esca dal governo, ''non escludo affatto che Napolitano riaffidi l'incarico a Letta per verificare in Parlamento se ci sono i numeri per realizzare un programma fatto di pochissimi punti'', afferma Moretti. ''Immagino che davanti a un reincarico a Letta, e a un programma di governo stringato e preciso, nel Pdl si apra una spaccatura profonda. Non riterrei così scontato il prevalere della fedeltà assoluta al Capo''. Il Pdl, aggiunge la deputata democratica, ''ha cinque ministri. In caso di crisi, che io non auspico, tre potrebbero restare: Lupi, Quagliariello, De Girolamo. E forse anche la Lorenzin''.

Morra, 30 M5s via? Non siamo scendiletto del PdTrenta senatori M5s pronti a una nuova maggioranza? Se la ride il capogruppo al Senato M5S Nicola Morra che su Fb ricorda i ''titoli analoghi di qualche mese fa, in cui si sosteneva che era prossima la diaspora di 20 o 22 di noi per costituire un nuovo gruppo stampella all'esecutivo Letta. E poi? I fatti? Cosa è successo? Niente!''. ''Ora ci riprovano. Essendo convinti che il mondo giri intorno a loro, ritengono che noi si debba essere i loro scendiletto'' afferma Morra che attacca il Pd: ''un giorno col pregiudicato (da cui non riuscite proprio a staccarvi tanto ne auspicate 'responsabilità e lungimiranza', temendo che sia lui a mollarvi), ed il giorno dopo con chi il pregiudicato mai l'avrebbe accettato come senatore anche in assenza della sentenza). Mi fate pensare - conclude - a quel vecchio detto: 'Franza o Spagna, purché se magna'....''. 'Cercano di spaccarci. Il PD farà di tutto per non tornare a casa. La posta in gioco è troppo alta. Le loro correnti in vista del congresso stanno affilando le armi''. Lo scrive il deputato M5s e vicepresidente della Camera, Luigi di Maio su Fb dove commenta le dichiarazioni della Pd Alessandra Moretti secondo la quale ci sarebbero 30 senatori M5S disposti a sostenere un governo Letta Bis

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