mercoledì 20 dicembre 2017
Solo la Caritas è rimasta in campo oggi a fianco dei profughi più piccoli che vivono accampati sul fiume Roja a rischio di violenze
Sgombero di migranti presso la foce del fiume Roja a Ventimiglia (immagine di repertorio)

Sgombero di migranti presso la foce del fiume Roja a Ventimiglia (immagine di repertorio)

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Da più di un anno le Ong e la Caritas Intemelia accendono i riflettori sulla situazione dei migranti a Ventimiglia, in particolare sui minori soli, la categoria più fragile che col freddo e la neve tenta di varcare il confine francese. Attualmente circa 200 persone vivono sul greto del fiume Roja. Si tratta perlopiù di giovani, molti minorenni, che preferiscono rimanere fuori dal centro di accoglienza gestito dalla Croce Rossa italiana. La parrocchia alle Gianchette, a settembre scorso, con un’ordinanza del prefetto, ha dovuto chiudere i battenti della prima accoglienza. Rimane solo la Caritas, con la mensa aperta a mezzogiorno e i suoi locali, la mattina, per le visite mediche e la prima assistenza. Ma tutto ciò non basta. Serve, sostengono le associazioni, un centro accoglienza espressamente dedicato ai minori. «La scelta di far confluire tutte le persone al Parco Roja non è adeguata per le categorie più fragili e le famiglie – sostiene Maurizio Marmo, direttore della Caritas diocesana – ed eravamo contrari anche alla chiusura dell’accoglienza in parrocchia».

L'appello alle istituzioni
Asgi, Intersos, Safe Passage, Diaconia Valdese, Terre des Hommes e WeWorld Onlus hanno scritto una lettera alle istituzioni e a Unicef e Acnur, esprimendo preoccupazione per la situazione dei numerosi minori stranieri non accompagnati che vivono sulle sponde del Roja in ripari di fortuna, privi di riscaldamento e servizi igienici, senza accesso ad acqua potabile e cibo, esposti ad abusi e violenze. «Si è rilevata anche la presenza di ragazzine minorenni, spesso vittime di violenze sessuali, alcune delle quali con figli piccoli», scrivono, chiedendo a gran voce un centro loro dedicato. «È da più di un anno che lo chiediamo – aggiunge Elena Prestt di Terre des hommes – ma ad ora non è stato fatto nulla». Alcuni minori stranieri non accompagnati vengono invece collocati nel centro di prima accoglienza per adulti "Parco Roja", anche per diversi mesi. L’ultimo "censimento" all’interno del campo parla di 24 minori stranieri non accompagnati, 426 adulti, 9 donne sole e 30 nuclei familiari. «Nel centro "Parco Roja" – aggiunge la volontaria – i minori si trovano a vivere in promiscuità con adulti con i quali non hanno alcun legame parentale né vi sono all’interno del centro operatori dedicati all’assistenza dei minorenni. Tali condizioni espongono ragazzini e ragazzine a evidenti rischi di abusi in violazione del superiore interesse del minore».

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