martedì 22 novembre 2016
I cinque migranti dormivano in una tenda, sotto il pilone dell'autostrada, lungo la sponda del fiume Roja quando sono stati sorpresi dalla piena.
La sponda del fiume in cui erano accampati i migranti sorpresi dalla piena

La sponda del fiume in cui erano accampati i migranti sorpresi dalla piena

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Dormivano in una tenda, sotto il ponte, lungo il fiume Roja, a Ventimiglia. Cinque migranti sono stati sorpresi dalla piena del fiume, martedì mattina. Quattro sono riusciti a mettersi in salvo, uno risulta ancora disperso.

"Era passata solo un'ora dal momento in cui è partito l'allarme a quando i vigili del fuoco hanno iniziato le operazioni per salvare i migranti dal basamento in cui avevamo trovato riparo" racconta il sindaco di Ventimiglia, Enrico Ioculano, accorso subito sul posto. "Ad un certo punto due di loro si sono buttati in acqua - prosegue Ioculano - forse per paura di essere identificati. Hanno provato ad attraversare a piedi il fiume. Uno ce l'ha fatta, l'altro purtroppo è stato travolto dalla forza della piena e risulta ancora disperso".

Tre migranti, due uomini e una donna, sono stati salvati dai vigili del fuoco sul pilone dell'autostrada mentre una quarta persona è stata recuperata in acqua dai pompieri a bordo dell'elicottero. I quattro - di cui non si sa ancora la nazionalità - sono ricoverati all'ospedale di Ventimiglia, in stato di ipotermia.

Malgrado l'intervento dell'elicottero dei vigili del fuoco che ha sorvolato tutta la zona compresa tra la foce del Roja e la zona di Roverino, più o meno un chilometro, del disperso non c'è traccia. Alcuni uomini del reparto Soccorso Alpino e Fluviale dei vigili del fuoco, inoltre, stanno presidiando la foce del fiume. L'ipotesi è che il disperso sia rimasto incagliato in qualche roccia o tra la vegetazione.

Sono oltre 600 i migranti ospitati nel campo di transito allestito da Comune e prefettura. Altri 80 circa - perlopiù donne sole e famiglie con bambini - accolti nella parrocchia di Sant'Antonio.

"Sappiamo che alcuni migranti preferiscono non andare al campo e rimanere in altre zone lì vicino - racconta Maurizio Marmo, responsabile Caritas Ventimiglia-Sanremo - sappiamo che alcuni lo fanno perché il campo è sovraffollato mentre altri per ragioni di nazionalità. Gli afghani, ad esempio, preferiscono rimanere in gruppi più isolati".


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