lunedì 26 marzo 2018
Otto arresti domiciliari, 5 misure cautelari di divieto di dimora e due interdizioni dalla professione medica. Coinvolto anche un religioso.
Il centro riabilitativo dei padri Trinitari a Venosa

Il centro riabilitativo dei padri Trinitari a Venosa

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Concorso in maltrattamenti, falsità ideologica ed omissione di atti d'ufficio: sono le accuse, a vario titolo, per le 15 persone indagate nell'ambito dell'operazione “Riabilitazione invisibile” che ha portato agli arresti domiciliari per otto persone, tra educatori
e assistenti disabili, dipendenti dell'Istituto riabilitativo dei Padri Trinitari di Venosa (Potenza). Le misure cautelari - richieste la scorsa estate dalla Procura della Repubblica di Potenza - sono state disposte dal gip del capoluogo lucano Michela Tiziana Petrocelli ed eseguite stamani dai Carabinieri del Nas. Per Padre Angelo Cipollone - direttore dell'Istituto Istituto medico psico-socio pedagogico "Ada Ceschin Pilone", conosciuto in Basilicata e nelle altre regioni del Sud da cui proviene la maggior parte dei pazienti disabili come Istituto dei Padri Trinitari - il divieto di dimora a Venosa e Bernalda (Matera) è stato emesso a causa di «una condotta omissiva» rispetto a «una serie continua di maltrattamenti» che avvenivano anche negli spazi condivisi. Secondo gli investigatori, inoltre, nell'Istituto venosino c'era la «totale assenza di attività ludico-ricreative-riabilitative con completo disinteresse da parte del personale dipendente», limitandosi «a una mera guardiania».

La difesa delle famiglie

A difesa dell'operato della struttura è scesa in campo l'Associazione dei genitori dei disabili ricoverati. «Il presentare in modo scandalistico dovute azioni di contenimento, poste in essere con responsabilità e tatto verso ragazzi ospiti dell'Istituto di Venosa, a salvaguardia e tutela della propria e altrui salute, è atto di irresponsabilità e deliberato sabotaggio, posto in essere con finalità altre», si legge in una nota. «Azioni ritorsive, azioni ricattatorie - è sottolineato nel comunicato - non possono essere usate per annientare o infangare la gloriosa storia di assistenza e di servizio resi dall'Istituto, struttura sanitaria di eccellenza, in oltre cinquant'anni da operatori generosi, sensibili e con alta professionalità». Al direttore, padre Angelo Cipollone, «che ha donato - hanno evidenziato i rappresentanti dell'Associazione dei genitori - la sua vita per la salute di tanti nostri figli, tutti indistintamente amati, curati e serviti come figli suoi, la nostra solidarietà e la nostra stima, unitamente ai medici, agli educatori e agli assistenti, da noi tutti profondamente apprezzati».

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