giovedì 31 gennaio 2019
Sul fronte "acqua alta", ieri la posa dell’ultima delle 78 paratie del Mose che entrerà in funzione a fine 2021. Lievitano i costi di manutenzione
Turisti a Venezia (Ansa)

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La città verso l’autoprotezione. Dalle acque alte e dall’assalto dei turisti. Alle 5 di ieri mattina è stata posata l’ultima delle 78 paratoie del Mose, le dighe mobili che chiuderanno la laguna quando l’alta marea supererà i 110 cm. Intanto filtrano le prime ipotesi sull’applicazione della nuova tassa di sbarco, probabilmente con l’arrivo dei bollini, da verde (giornate di afflusso turistico scarso), a nero, quando la città è presa d’assalto. E con la diretta conseguenza che le tariffe triplicherebbero progressivamente da 3 euro fino a 10. Ne resteranno esclusi i residenti. Conferma, infatti, il sindaco Luigi Brugnaro: «Saranno esentati i cittadini veneziani, chi lavora, chi ha diritto e chi paga la tassa di soggiorno nel comune di Venezia».

Le misure saranno definite in giunta municipale il 5 febbraio, per entrare in vigore in primavera. I bollini sarebbero quattro, a seconda dei periodi dell’anno e dell’afflusso di visitatori: bianco, tariffa da 6 euro, rosso, da 8 euro, e nero, con il ticket massimo di 10 euro. Infine il bollino verde, con la tariffa minore, 3 euro, per i vacanzieri giornalieri che giungono a Venezia nei periodi di calma turistica. Nelle giornate di maggiore pressing - una decina l’anno scorso, a fine carnevale e nel pieno dell’estate - entrare a Venezia costerebbe un supplemento di 10 euro.

E, notizia di questi giorni, c’è chi nelle valli dolomitiche, copiando Venezia, immagina la 'vignetta' per accedere ai passi nei periodi di maggiore afflusso in auto e in moto. La primavera e l’estate serviranno, in laguna, per una sperimentazione, a carico soprattutto di chi arriva in nave o in treno, ma si pensa di coinvolgere in qualche modo anche gli automobilisti, trasformando il ponte translagunare tra Mestre e Venezia in una sorta di Ztl, assoggettato , dunque, ad un pass.

Tempi meno rapidi, invece, per la protezione dalle acque. A 16 anni dalla prima pietra viene depositata in mare l’ultima delle 78 paratie del Mose, il sistema di difesa che è stato al centro di una pesante inchiesta giudiziaria per le tangenti. Non siamo alla vigilia della funzionalità del 'Modulo sperimentale elettromeccanico'. Ci vorranno tre anni per sperimentare il funzionamento della grande opera; la consegna, infatti, è fissata al 31 dicembre 2021. Il costo stimato inizialmente era di 1,6 miliardi di euro, la cifra oggi è intorno ai 5 miliardi e mezzo. I primi test riguarderanno il sollevamento delle dighe; alcune sono state fissate in mare ancora 5 anni fa e gli ingranaggi, non utilizzati, potrebbero evidenziare qualche problema (non solo di ruggine).

Ecco perché si comincerà dalla barriera di Treporti, l’unica ad avere gli impianti funzionanti. Gli esperti delle università di Padova si preoccuperanno del fenomeno che impensierisce di più, quello della risonanza. In particolari condizioni meteo e marine, le paratoie potrebbero oscillare e, quindi, far entrare troppa acqua, rendendo così inefficace il sistema di difesa. C’è poi da perfezionare il sistema della gestione, che non è stato ancora puntualmente definito. Soprattutto per quanto riguarda la spesa che si prevede… milionaria.

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