venerdì 15 novembre 2019
Cantieri improvvisati e cittadini all'opera per rimediare ai danni dell'acqua. Stamani altra ondata di piena. Da Chioggia a Porto Tolle fino a Trieste, sui litorali l'emergenza continua
Arriva il picco dell'acqua alta di 1,6 metri. Chiusa piazza San Marco
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Venezia si appresta a vivere un'altra giornata di paura per la nuova super acqua alta prevista in mattinata. La marea ha raggiunto alle 11.26 una punta massima di 154 alla Punta della Salute e ora, rileva l'Ufficio Meteo del Comune di Venezia, sta scendendo lentamente. Alto il valore anche a Burano dove la marea ha raggiunto i 149 centimetri e a Chioggia con 146.

L'area centrale della città è semideserta, allagata per il 70%.

Con l'alta marea è stata sospesa la circolazione dei vaporetti in tutta Venezia. Il sindaco Brugnaro e il governatore Luca Zaia stanno effettuando un sopralluogo nelle zone più allagate, quelle attorno a piazza S. Marco. Ma tutta la città è di fatto allagata, con i turisti chiusi negli alberghi e i negozianti che tentano di limitare i danni.

"Chiudiamo la piazza per non mettere a rischio l'incolumità delle persone", ha annunciato su Twitter il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. Gli addetti hanno tolto le passerelle sospese che in queste ore erano l'unico collegamento e passaggio tra i lati di piazza. E mentre ricomincia a piovere la zona ora è completamente sommersa dall'acqua. Il vento teso che complica non poco la situazione, anche se non è da scirocco.

Il Veneto e il Friuli Venezia Giulia trattengono il respiro. Tra oggi e domani sulle Dolomiti potrebbero cadere un metro e 20 di neve e con i venti in quota le valanghe non si possono escludere. Il Piave e gli altri fiumi sono all’ingrosso ma il mare non riceve. «Dopo una breve pausa sabato, ci sarà una ripresa del maltempo con una nuova perturbazione – anticipa l’assessore veneto alla Protezione civile, Gianpaolo Bottacin –. In entrambi i casi, si prevedono piogge intense, con punte di 150 millimetri di pioggia in alcune località nella fascia pedemontana e in pianura». Ecco perché già all’alba di ieri sull’isola di Pellestrina tanti erano già al lavoro per tirar su muri davanti a casa e installare delle paratie agli ingressi. Marco, uno di loro, non si è fermato neppure quando gli è passato accanto il presidente del Consiglio Conte; gli ha allungato solo la mano. Cantieri improvvisati anche a Murano, Burano e nelle altre isole. Così pure a Chioggia, dove alla concattedrale capita spesso la stessa sorte della Basilica di San Marco. A Porto Tolle, invece, il maltempo avrà ben poco da distruggere. Le cavane dei pescatori sono già quasi tutte sulla riva del Po se non addirittura affogate nei grande fiume. «Con queste infrastrutture – spiega il presidente della Regione, Luca Zaia – a essere colpita in maniera rilevante è una delle principali realtà economiche del Veneto. Stiamo parlando di molluschicultura, pesca e orticoltura: una serie di attività che danno sostentamento a migliaia di famiglie».

Angelo Borrelli, capo della Protezione civile, è volato a Trieste per rassicurare la Regione che le misure previste a Venezia varranno anche per le popolazioni colpite sul litorale friul-giuliano. Lignano e Grado hanno larga parte delle spiagge trasformate in crateri lunari. L’acqua, peraltro, ha aggredito anche il centro di Trieste e di Muggia. A Venezia i danni maggiori. Migliaia, nella Laguna come nel litorale, gli operatori turistici in ginocchio. «Una cosa così non si era mai vista – commenta il presidente di Confturismo Veneto Marco Michielli –. Oggi mi ha chiamato un collega che ieri nella hall del suo albergo aveva due metri d’acqua: tutti gli arredi da buttare, pavimento irreparabilmente danneggiato, impianti da rivedere. Non va meglio nei ristoranti, molti dei quali sono rimasti chiusi perché sommersi. I danni? Basti pensare che anche la cucina del ristorante più piccolo ha macchinari del valore di 50-60mila euro che sono irrecuperabili». Gli fa eco Alessandro Berton, presidente di Unionmare, la Federazione degli stabilimenti balneari di Confturismo Veneto. Gli stabilimenti della costa veneta sono oltre mille. «Tutta la costa è stata colpita indistintamente – dice –. Non parliamo solo di danni legati al ripristino delle spiagge con le attività di pulizia e smaltimento, ma soprattutto di danni strutturali – prosegue Berton –, ci sono cabine e chioschi divelti in quasi tutti gli stabilimenti, da Caorle a Bibione, da Jesolo a Eraclea, a Chioggia». In attesa che si materializzino gli interventi del governo, la giunta comunale di Brugnaro ha disposto il posticipo dell’imminente scadenza della quarta rata Tari prevista per il 16 novembre. Proroga fino al 16 dicembre. «I veneziani si rimboccheranno le maniche e non molleranno – assicura Aldo Reato, ex presidente dei gondolieri –, quasi tutte le gondole hanno rotto gli ormeggi soprattutto nella zona di San Marco, e numerose sono state scaraventate a terra: almeno 20, 25 hanno subito danni gravi. Poi i pontili di sbarco e imbarco si sono sganciati e galleggiano, non sono più attraccati: insomma di lavoro ce n’è da fare e i veneziani tutti non si tireranno indietro».

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