mercoledì 25 luglio 2012
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​Ha difeso l’esito di quel concorso con tutti i mezzi. Ha anche convocato una conferenza stampa per spiegare che a vincere il posto di primario a chirurgia toracica nell’ospedale “San Paolo” di Bari era stato «il più bravo, il più titolato». Ma tutto questo a Nichi Vendola non è bastato. La procura del capoluogo pugliese ne ha chiesto il rinvio a giudizio, con l’accusa di “concorso in abuso d’ufficio continuato”. Stesso reato contestato all’ex direttore generale della Asl barese, Lea Cosentino. Se sarà processo oppure no, lo si saprà al termine dell’udienza preliminare, fissata per il prossimo 27 settembre dinanzi al Gup del tribunale di Bari, Susanna De Felice. Qui Vendola dovrà difendersi da un’accusa pesante: secondo gli inquirenti avrebbe chiesto alla Cosentino, conosciuta anche come “lady asl”, di riaprire i termini per la presentazione delle domande al concorso da primario all’ospedale barese. I fatti contestati si riferiscono al periodo tra settembre 2008 e aprile 2009, quando fu bandito quel posto: il vincitore sarebbe stato alla guida del reparto per un quinquennio. Vinse la selezione il professor Paolo Sardelli. Ma secondo la Cosentino, fu lo stesso Vendola a “raccomandare” il medico, anche attraverso pressioni. Fecero molto scalpore le rivelazioni dell’ex numero uno dell’Asl barese: il presidente della Regione Puglia e suoi assessori avrebbero interferito per favorire medici o dirigenti targati Pd o Sel, raccontò un anno fa. «Quel concorso deve vincerlo Sardelli», avrebbe detto Vendola a Cosentino. Perché, stando all’accusa, era caduta l’ipotesi di conferire al medico un incarico direttivo all’ospedale Di Venere. «Bandimmo il concorso e Vendola mi chiese di procedere velocemente e sponsorizzò la nomina del dottor Sardelli del policlinico di Foggia, suo amico e secondo lui molto bravo», raccontò la Cosentino agli inquirenti. «Vendola mi chiese insistentemente di riaprire il concorso – spiegò Cosentino – a fronte di tali richieste e nonostante fosse stata già composta la commissione che non si era ancora riunita, riaprii i termini del concorso, anche se non ero d’accordo. Era chiaramente una forzatura - aggiunse Cosentino ai Pm - ma Vendola mi disse di farlo perché mi avrebbe tutelata». «Con la fissazione dell’udienza preliminare – ha commentato a caldo il presidente pugliese – posso solo dire che finalmente tiro un sospiro di sollievo essendomi così data possibilità di spiegare, dinanzi al giudice, la correttezza dei miei comportamenti».
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