mercoledì 29 settembre 2010
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Quattro città in rete – Napoli, Palermo, Bari, Reggio Calabria – per discutere sul Mezzogiorno. Perché il futuro per il Sud si costruisce adesso, riconoscendo problemi e difficoltà, mettendosi in discussione, ritrovando l’impegno della presenza e della partecipazione, proponendo e agendo. Verbi da declinare nella realtà quotidiana, in ogni suo ambito, è l’invito che giunge dal Forum delle persone e delle associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro, promosso da Cisl, Confartigianato, Confcooperative, Movimento Cristiano Lavoratori, Compagnia delle Opere e Acli.Ieri la convocazione generale e le quattro città coinvolte erano anche tecnologicamente in rete, ciascuna collegata con le altre in videoconferenza. «Un’esperienza straordinaria – ha detto il segretario della Cisl Raffaele Bonanni, presente a Napoli, indicando subito il centro di tutti i problemi –. Facciamo bene a chiedere soldi per il Mezzogiorno, più strumenti e più attenzione, ma li sprecheremmo senza una classe dirigente con la coscienza dell’arretratezza e dei problemi. Dobbiamo sollecitare un impegno nuovo». Alla luce della dottrina sociale della Chiesa. E riprendendo le parole del cardinale Bagnasco, «quando chiede ai cattolici di gettarsi nella politica, di investire il loro patrimonio di credibilità per rendere più credibile la politica – ha sottolineato anche Carlo Costalli, presidente nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori –. Abbiamo bisogno di una nuova generazione di classe dirigente, responsabile ed eticamente orientata, dotata di spirito di servizio e capace di mettere in campo politiche tendenti a offrire pari opportunità di partenza a tutti i cattolici».L’obiettivo del Forum è rilanciare il tema dello sviluppo del Mezzogiorno come questione centrale nazionale. Propone quindi un manifesto per il Sud, "Classe dirigente, Bene comune, Sviluppo", con cinque priorità di intervento: che spaziano dal contrasto alle pratiche delle assunzioni assistite nelle pubbliche amministrazioni alla ricerca di una partecipazione attiva dei cittadini per arrivare a programmi locali di contrasto verso l’illegalità e il lavoro sommerso tramite intese tra istituzioni, forze dell’ordine, rappresentanze delle parti sociali fino al nodo giovani e occupazione. Punti verso cui il ministro Sacconi ha espresso, nel messaggio inviato al Forum, «profonda convinzione». In videoconferenza il cardinale Crescenzio Sepe ha definito l’iniziativa «lodevole, perché ci invita a svegliarci dal torpore. Bisogna investire sui giovani, presupposti virtuosi per lo sviluppo».Natale Forlani, portavoce del Forum, in collegamento da Palermo, ha sottolineato come «un programma di rinascita economica e sociale del Mezzogiorno debba essere fondato su un profondo ripensamento del ruolo svolto dalle classi dirigenti nella politica e nella società civile, partendo da programmi concreti che valorizzino le risorse disponibili sottraendole all’influenza degli apparati amministrativi inefficienti, alla criminalità e al lavoro sommerso. Tutto il Paese – ha ribadito – deve rispondere a due sfide: imprese e lavoro, la prima, che richiede innovazione, investimenti, nuove professionalità; il cambiamento, che comporta difficoltà, la seconda. Il Mezzogiorno ha straordinarie capacità ed energie, umane e ambientali, e deve camminare insieme a tutta l’Italia».Più pragmatico Bonanni che ha chiesto al governo una fiscalità di vantaggio e il «decentramento, che può essere un’occasione a patto che ci sia un impegno di cittadini e associazioni».
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