sabato 16 aprile 2016
​Superiori alla media le patologie cardiache e respiratorie. Ma l'istituto superiore di sanità avverte: per ora non si può stabilire un nesso di causalità con l'inquinamento.
Val D'Agri, «tumori e malattie in aumento»
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Nella Val d’Agri «si rilevano, negli uomini, eccessi significativi per i tumori maligni dello stomaco e della vescica». Poi, tra le patologie non tumorali, «in entrambi i generi si registrano eccessi per le malattie ischemiche del cuore » e, in particolare, «per le malattie ischemiche acute, per il complesso delle malattie del sistema respiratorio e, in particolare, per le infezioni acute delle vie respiratorie e per asma, infine per le nefriti». Ancora, e siamo sempre in zona estrattiva: «Negli uomini si rilevano eccessi per il complesso delle malattie del sistema circolatorio e, in particolare, per le malattie cardiache, per le malattie epatiche e per quelle dell’apparato urinario». Tutto questo viene annotato nella Descrizione del pro- filo di salute delle popolazioni della Val d’Agri attraverso lo studio dei dati sanitari correnti, una ricerca realizzata dall’Istituto superiore di Sanità (Iss) in convenzione con la regione Basilicata, nel quale sono stati analizzati ed elaborati i dati Istat relativi al periodo 2003/2010. A proposito: nella fascia d’età da zero a quattordici anni - scrivono i ricercatori Iss - «si registrano eccessi di ospedalizzazione per il complesso delle diagnosi di ricovero indagate, per le infezioni acute delle vie respiratorie e per asma». La ricerca ha riguardato i venti comuni che rientrano nella concessione Val d’Agri che contano una popolazione complessiva (al censimento 2011) di 43.430 abitanti, a fronte dei 578.036 nell’intera Basilicata. Il quadro dello stato di salute della popolazione in esame - si legge nelle ventidue pagine che costituiscono il documento, consegnato in Regione lo scorso gennaio - «ha evidenziato che, nelle donne come negli uomini, si osservano eccessi di mortalità per tumori maligni allo stomaco, per infarto del miocardio, per le malattie del sistema respiratorio nel loro complesso, per le malattie dell’apparato digerente nel loro complesso». C’è altro. Per gli uomini residenti «nei comuni oggetto di analisi - viene sottolineato - si rilevano ulteriori eccessi per la mortalità generale, per leucemia linfoide (acuta e cronica), per diabete mellito insulino-dipendente, per le malattie del sistema circolatorio nel loro complesso (ed, in particolare, per le cardiopatie ischemiche), per le malattie respiratorie croniche, per sintomi, segni e risultati anormali di esami clinici e di laboratorio, non classificati altrove e per cause esterne». Mentre per le donne «si riscontrano ulteriori eccessi di mortalità per le malattie respiratorie acute».  Insomma, esistono alcune cifre che hanno richiamato l’attenzione degli stessi ricercatori. I quali, tuttavia, com’è abitudine dell’Iss, mostrano comunque grande cautela. Premesso infatti che «il presente studio ha la finalità di fornire un quadro dello stato di salute della popolazione in esame», l’analisi di tipo geografico «non permette di stabilire sicuri nessi di causalità tra l’esposizione ad inquinanti ambientali e stato di salute della popolazione, bensì può essere suggestivo che dette esposizioni possano costituire una eventuale concausa». Sarebbe cioè a dire che i soli dati epidemiologici a disposizione non bastano a stabilire nessi di causalità, perché non avendo un quadro completo, certo ed esaustivo di dati ambientali, è impossibile stabilire un’eventuale correlazione. Fermo restando che quegli stessi dati paiono, appunto, fortemente suggestivi. Morale secondo la ricerca? «Il profilo di salute dei residenti nelle aree interessate alla concessione estrattiva non sembra essere critico», scrive l’Iss. Però - aggiunge «è degna di attenzione la situazione riguardante le malattie del sistema circolatorio, delle malattie dell’apparato respiratorio e di quello digerente».
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