giovedì 3 dicembre 2020
Massimo Clementi, a capo dei laboratori di ricerca del San Raffaele «Si potrebbe scrivere presto una pagina nuova nella storia dell’uomo che combatte contro altre gravi malattie»
L'Ospedale San Raffaele di Milano

L'Ospedale San Raffaele di Milano - Fotogramma

COMMENTA E CONDIVIDI

«Quella che abbiamo davanti è una rivoluzione, a partire dalla modalità di vaccinare». I laboratori di ricerca di Microbiologia e Virologia dell’ospedale San Raffaele di Milano, due ore dopo l’annuncio del placet britannico al primo vaccino anti-Covid, sono immersi nello studio dei dati del nuovo siero e nell’analisi condivisa con altri centri di ricerca internazionale. A guidare questi laboratori c’è Massimo Clementi, che è anche docente di microbiologia e virologia nella facoltà di Medicina dell’Università Vita-Salute San Raffaele.

Professore, perché parla di rivoluzione?
Gli attuali vaccini, da ieri, sono diventati un po’ "vecchiotti". Intendiamoci, efficaci nella quasi totalità ma a volte le procedure di oggi comportano la somministrazione, con il vaccino, di tutto il virus, quindi anche di proteine che non servono. Oggi potremo finalmente avere una nuova generazione di vaccini. E pensi che non è neanche questo l’aspetto più importante.

Figuriamoci gli altri... Di quali aspetti parla?
L’applicazione dell’alta tecnologia di questi vaccini per tante altre malattie. Ma andrei con ordine, perché stanno succedendo tante cose.

Perché è un vaccino che cambia tutto?
È un vaccino molto innovativo dal punto di vista tecnologico, ma al tempo stesso molto semplice. I ricercatori Pfizer-Biontech hanno prodotto "Rna messaggeri", cioè macromolecole che convertono le informazioni genetiche del Dna in proteine. Per dirla nelle parole più semplici possibili, questi Rna-messaggeri, sviluppati per contrastare il Covid-19, si fanno, appunto, messaggeri: entrando nelle cellule attraverso la vaccinazione, favoriscono la creazione di una proteina del virus, chiamata "S", che il nostro sistema immunitario può finalmente riconoscere come non self, cioè non propria. Creando quindi protezione, immunità nei confronti di questa proteina. Semplice dunque.

Massimo Clementi

Massimo Clementi - .

Dice?
Sì. Le cose più preziose a volte sono le più semplici. E spesso la risoluzione di un problema non richiede l’equazione più complessa.

E la conservazione a circa -80 gradi di queste fiale?
Siamo nel 2020, le temperature molto basse sono facilmente raggiungibili. In quanto alla logistica, si potrebbero individuare grossi punti di stoccaggio negli aeroporti, per esempio, o in altri luoghi strategici.

Lei accennava ad altre notizie rilevanti sul fronte dell’applicazione del meccanismo di azione dei vaccini.
La notizia che potrebbe rivelarsi una svolta per la medicina, se gli studi lo confermeranno, è che questa tecnologia può costituire la base per creare vaccini contro malattie gravi non infettive.

Cancro compreso?
Certo. Nei tumori, ogni cellula neoplastica ha una sua caratteristica. Alcune di queste cellule hanno degli antigeni che la corrispondente cellula normale non ha. Ed è qui che può insinuarsi e avere terreno fertile questa tecnologia. Si potrebbe scrivere presto una pagina nuova nella storia dell’uomo in lotta contro gravi malattie.

Insomma, studiando un vaccino potremmo aver trovato un’arma contro il cancro?
Le ricerche potrebbero confermarlo presto. E le dirò di più. Le nuove applicazioni terapeutiche potrebbero non fermarsi al cancro.

Cioè?
Potranno riguardare altre situazioni in cui la stimolazione del sistema immunitario può essere vincente, tale da costituire l’arma che può farci finalmente superare ostacoli al momento invalicabili.

Ci può citare altre malattie, oltre al cancro, che potranno beneficiare di questa scoperta?
Non voglio fare il profeta, sia perché non lo sono, sia per un doveroso rispetto per il suo giornale ma mi riferisco a tutte quelle condizioni in cui l’immunità è fondamentale. Guardi, la medicina si confronta anche con situazioni in cui le difese immunitarie sono spesso abbassate dallo stesso utilizzo dei farmaci. Quindi potrebbe essere fondamentale stimolarle per essere sufficientemente protetti.

La Gran Bretagna ha dato il via libera al vaccino Pfizer-Biontech. Se dovesse arrivare l’ok per l’Unione Europea lei si vaccinerà?
Certo che mi vaccinerei, è una cosa importantissima.

Eppure qualche suo collega, non di rado anche da palcoscenici televisivi, ha adombrato dubbi sui nuovi vaccini...
Anche per questo ho smesso di andare in certe trasmissioni che si basano sulla rissa. Voglio evitare di assistere a chi la spara più grossa, preferisco non entrare in queste dichiarazioni che non servono a niente. Anzi, servono solo ai titoli di qualche giornale. Ma non resta nulla.

Gli anticorpi monoclonali sono un’altra strada efficace contro il Covid?
Sì. Ultimamente negli Usa è stato fatto uno studio che ha portato a risultati eccezionali dal punto di vista terapeutico. Ci sono anticorpi monoclonali in grado di risolvere in pochi giorni infezioni che potrebbero evolvere in acute.

Ma perché negli Stati Uniti sono utilizzati e da noi no?
Negli Stati Uniti sono usati da due settimane circa. Non sono farmaci attualmente distribuibili su larghissima scala, anche per via dei costi. Possiamo però aggiungere questo presidio terapeutico importante a quel poco che abbiamo, in attesa dei vaccini. Perché questi medicinali combattono l’ingresso del virus nelle nostre cellule. Credo che dovrebbero essere rapidamente utilizzabili anche da noi.

Professore, è forse l’inizio della fine della pandemia. Cosa le resterà di questa esperienza?
La risposta della comunità scientifica è stata rapida, efficiente e anche creativa. Mi ricorda molto quella ai tempi della diffusione dell’infezione da Hiv. Nei primi anni ogni diagnosi era infausta. Solo decessi. Capimmo che sarebbe stato difficilissimo trovare un vaccino; ma anche che, col tempo, l’infezione poteva essere controllata con i farmaci. Oggi ci sono terapie che consentono sia di dare alla persona colpita un’aspettativa di vita pari a quella di un soggetto sano, sia di controllare l’infezione perché smetta di diventare contagiosa. Tutto il mondo lottò strenuamente. Fu un percorso straordinario senza i mezzi attuali. Ma anche da quella lezione è nata la vittoria di oggi.



© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: