martedì 12 settembre 2017
I genitori non avevano presentato i documenti richiesti. Lorenzin: «Singoli episodi, nessun caos». Ma La Lombardia torna sui suoi passi e concede 40 giorni per “recuperare”
Bimbi esclusi dall'asilo: a Milano e Udine i genitori chiamano i carabinieri
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C'era tempo fino a ieri, per mettersi in regola con la nuova legge sui vaccini. Ovvero per presentare agli asili nidi e alle scuole dell'infanzia la documentazione richiesta: o quella inerente le avvenute vaccinazioni, o l'autocertificazione che le attestasse o ancora quella in cui i genitori mettessero nero su bianco di aver prenotato l'appuntamento in Asl.

Niente di tutto ciò aveva con sé la mamma che ieri, in un asilo di Latisana (Udine), ha visto negato l'accesso in classe alla sua piccola di 3 anni. Apriti cielo: la donna ha prima affrontato la dirigente e poi chiamato i carabinieri, chiedendo loro di intervenire con urgenza. Pensare che il personale dell'istituto aveva già richiamato venerdì la donna, ricordandole l'obbligo di presentare l'autocertificazione: che lei tuttavia, come chiarito in un post su Facebook, non aveva nessuna intenzione di esibire essendo in possesso di una raccomandata che attestava l'appuntamento in Asl.

Cortocircuito burocratico o tentativo intenzionale di aggirare la legge (raccomandazioni in questo senso sono state diffuse nelle ultime settimane dai no vax)? I carabinieri in ogni caso hanno dovuto far presente alla mamma gli adempimenti previsti dalla legge, anche se poi la bimba è stata ammessa in classe con riserva, cioè per un solo giorno. Fatto non esattamente compatibile con la normativa vigente. Oggi la soluzione positiva del caso, con la trasmissione della raccomandata e la messa in regola della bimba.

I casi in Lombardia e il decreto sul “percorso di recupero”: «Altri 40 giorni per mettersi in regola»

Episodio analogo, finale diverso in due scuole di Milano stamane: in città un'altra coppia di genitori s'è presentata all'asilo col bimbo di 3 anni senza la documentazione necessaria. Davanti all'insegnante che spiegava quanto prevede la legge, il padre ha detto che era diritto del figlio entrare comunque e ha chiamato i carabinieri. I militari sono arrivati dopo un'ora e hanno riscontrato l'assenza dei requisiti per l'ingresso, spiegando che la scuola dell'infanzia non è dell'obbligo, dunque i genitori sono tornati a casa con il bambino. La responsabile della scuola ha consegnato loro la lettera che spiega come in mancanza di requisiti il piccolo non
possa essere accettato a scuola, ma nel caso in cui dovesse produrre i documenti ricomincerà a frequentare. Stessa dinamica in un asilo di Sesto San Giovanni.


Di qui la decisione della Regione Lombardia di procedere al decreto, precedentemente bloccato, di offrire alle famiglie non in regola un “percorso di recupero” di 40 giorni: la procedura, autorizzata dalla giunta, «consentirà ai nostri medici di tentare di convincere, entro 40 giorni (10 sono concessi alle scuole per inviare elenchi nominativi alle Ats), i genitori più reticenti a ricredersi e acconsentire alla vaccinazione - ha spiegato l'assessore alla Sanità Giulio Gallera -. In caso contrario, coerentemente con l'obiettivo della legge che è aumentare la copertura vaccinale, avvieremo le procedure per la segnalazione e sanzione».

Lorenzin: «Nessun caos, si tratta di singoli episodi»

«Tra il caos e i singoli episodi c'è una bella differenza» è il commento immediato del ministro della Salute Beatrice Lorenzin. «Nella fase preparatoria di questi giorni non abbiamo avuto segnalazioni particolari. Il numero verde 1500 è sempre attivo e ci ha aiutato tantissimo nella costruzione degli step che ci hanno avvicinato a questa data, perché è un orecchio sintonizzato sull'Italia. Dove abbiamo avuto segnalazioni siamo intervenuti subito, anche parlando con le singole Asl. E abbiamo avuto una grandissima collaborazione da parte del Miur. Ad oggi non abbiamo avuto situazioni di particolare stress».

La lettera polemica della sindaca Raggi

Ad alimentare le polemiche tuttavia si è messa anche la sindaca di Roma Virginia Raggi, con una lettera inviata ai due ministri: «La nuova normativa sulla prevenzione vaccinale è confusa, risulta poco chiara e viene infatti applicata in modo difforme da Regioni e Comuni in tutta Italia» vi si legge. E ancora: «Vanno fornite indicazioni dettagliate sugli aspetti organizzativi e sulle procedure di non ammissione o di allontanamento dei bambini non provvisti di adeguata documentazione, così da poter rispondere alle legittime preoccupazioni delle famiglie e degli operatori scolastici, ed evitare problemi di ordine pubblico».

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