mercoledì 17 febbraio 2010
Le donne vittime dell'usura venivano minacciate di blocco dei loro procedimenti se non gli concedevano favori sessuali: è l'accusa pesantissima che le associazioni "Sos racket e usura" e "Sos Italia libera" hanno mosso contro un ex prefetto dell'anti-racket romano che controllava il fondo nazionale per le vittime dell'usura. Raccolte le testimonianze di sette giovani.
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Ricattava donne vittime dell'usura con minacce di blocco dei loro procedimenti se non gli si concedevano. Le associazioni "Sos racket e usura" e "Sos Italia libera" hanno raccolto le testimonianze di sette giovani che denunciano le violenze sessuali e i ricatti subiti da un ex prefetto dell'anti-racket romano che controllava il fondo nazionale per le vittime dell'usura. "Si tratta di persone che si sono rivolte a noi perché avevano fiducia nella nostra associazione, in quanto vittime dell'usura", ha raccontato Frediano Manzi, spiegando che "Sos racket"- consorzio che raccoglie 70 associazioni - ha intenzione di presentare un esposto al tribunale di Milano. Tra le vittime vi sono due donne, una di Milano e un'extracomunitaria residente a Torino, che erano minorenni all'epoca dei fatti; una 38enne di Brescia, una bergamasca di 40 anni e alcune modelle ingaggiate per uno spot anti-usura, in realtà mai realizzato. "In tutti i casi che hanno coinvolto vittime dell'usura", ha spiegato Manzi, "il prefetto prometteva accesso al fondo nazionale in cambio di favori sessuali e, nel caso la vittima si rifiutasse, sosteneva di avere amici in molte procure italiane e minacciava di bloccare i procedimenti penali avviati dalle donne".In un video, una delle vittime (38 anni, bresciana, col volto oscurato per renderla irriconoscibile) ha raccontato la terribile parabola che l'ha trasformata da vittima dell'usura a vittima di ricatto e violenza sessuale. Nella testimonianza, la donna ripercorre tutte le fasi della vicenda, dal primo incontro col prefetto nel 2006 (che all'inizio chiama "sua eccellenza", per rispetto e riverenza), ai primi approcci dilui (le chiede di dargli del tu, poi la fa portare dal collaboratore nella sua abitazione privata per "guardare le carte" e si presenta con l'accappatoio slacciato, in evidenza i genitali). Fino ai due tentativi di forzare un rapporto sessuale con la donna, preceduti da minacce e violenza fisica. Un'altra donna, 40 anni di Bergamo, racconta, in una telefonata di cui l'associazione conserva l'audio, che nel settembrescorso l'ex prefetto le garantì l'accesso a 700mila euro del fondo in cambio di un rapporto sessuale consumato in un albergo del centro di Torino. Entrambe le donne dicono il nome e il numero dell'utenza cellulare del funzionario e garantiscono di essere pronte a ripetere le accuse davanti a un magistrato.
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